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Breve Storia dell' Automobile italiana 138
Presidente è l’ing. Giuseppe Mazzini e Amministratore lo stesso Soria cui si
deve l’idea di costruire le vetture Ansaldo.
Nello stesso anno viene ammodernato il vecchio modello 4 A apportando
piccole modifiche fra cui un allungamento del passo e miglioramenti nella corrozze-
ria che prende il nome di 4 C.
Nel ‘24 viene anche prodotto sullo stesso impalcato un modello 6 C. Vi fu per
ambedue anche una versione sportiva che si distingueva per l’aggiunta della “S” che
guadagnano un 10% nelle prestazioni ed un deciso miglioramento nelle finiture fra
cui le ruote a raggi tangenti.
Queste vetture praticamente sempre uguali, vengono proposte fino al 1930 e
questa stasi non può che
creare una difficoltà nel-
le vendite.
Unico modello
nuovo fu la tipo 10 con
un telaio alquanto sem-
plificato fino a ripropor-
re la balestra trasversa-
le anteriore (tipo Ford T).
La vettura era però ubi-
cata in una precisa fa-
scia di utenza e doveva
subire un martellamento
ai fianchi da parte di due
vetture molto riuscite, la Fiat 509 e la Fiat 503. Per tale ragione non riuscì mai a
ritagliarsi un suo spazio vitale.
Contemporanee sono la tipo 14 (vecchio motore del 1919, adesso con ac-
censione a spinterogeno) e la tipo 15.
Le potenze erogate in funzione della grandezza dei motori era ormai esigua e lo
slogan di cui si fregiava la Ansaldo “Imbattibili in salita” potè reggere solo per
l’adozione del cambio a quattro velocità.
Ansaldo 6 B
(Collezione privata)
Interessante, ma senza seguito l’esperimento di montare sulla tipo 15 CS un