Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro - Formez

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Tab. 4 - Distribuzione delle cariche societarie per genere, 1995-2004 Titolari 1995 2004 1995-2004 v.a. % Femmine 595.617 886.982 291.365 48,9 Maschi 1.813.179 2.598.682 785.503 43,3 MF 2.408.796 3.485.664 1.076.868 44,7 Soci Femmine 623.305 697.603 74.298 11,9 Maschi 1.184.918 1.109.314 - 75.604 -6,4 MF 1.808.223 1.806.917 - 1.306 -0,1 Amministratori Femmine 501.776 921.598 419.822 83,7 Maschi 1.977.000 3.215.809 1.238.809 62,7 MF 2.478.776 4.137.407 1.658.631 66,9 Altre cariche Femmine 95.958 250.746 154.788 161,3 Maschi 573.465 1.132.200 558.735 97,4 MF 669.423 1.382.946 713.523 106,6 TOTALE CARICHE Femmine 1.816.656 2.756.929 940.273 51,8 Maschi 5.548.562 8.056.005 2.507.443 45,2 MF 7.365.218 10.812.934 3.447.716 46,8 FONTE: ELABORAZIONI CNEL SU DATI MOVIMPRESE In sostanza, le variazioni assolute dei dati evidenziano che l’aumento delle donne titolari di imprese e delle amministratrici di aziende è stato indubbiamente molto consistente (oltre 700 mila unità aggiuntive), senza tuttavia modificare in modo significativo lo squilibrio di genere che connota anche questo ambito del mercato del lavoro. Ciò, per il fatto che sono aumentati anche tra gli uomini coloro i quali ricoprono cariche nelle imprese, soprattutto per effetto della diffusione di nuove modalità lavorative che impongono l’identificazione dell’attività in forma autonoma. Attraverso questi dati non è possibile individuare le dimensioni e le caratteristiche effettive del fenomeno dell’imprenditorialità femminile; il quadro che se ne ricava, infatti, è ancora sfuocato e impreciso. Peraltro, il confronto tra i dati della rilevazione dell’Istat sulle forze di lavoro e quelli emergenti dalle iscrizioni alle Camere di Commercio - pur con le difficoltà di comparare informazioni ricavate dall’offerta e dalla domanda - suggerisce alcuni elementi di riflessione e alimenta qualche dubbio sulla consistenza e sulle caratteristiche del fenomeno, a cominciare dal diverso significato che viene attribuito al ruolo imprenditoriale, anche a prescindere dalle specifiche definizioni utilizzate dalle diverse fonti (Tab. 5). 116
Tab. 5 - Confronto fra dati Istat e Movimprese, 2003 Posizioni professionali Istat Cariche nelle imprese Movimprese Imprenditrici 140.000 Titolari 880.406 Lavoratrici in proprio 775.000 Libere professioniste 288.000 Totale 915.000 Totale 880.406 Dirigenti 79.000 Amministratrici 856.436 Socie di cooperative di produzione 72.000 Socie 696.827 Coadiuvanti nell'impresa familiare 486.000 Altre cariche 287.585 Totale 1.840.000 Totale 2.721.254 FONTE: ELABORAZIONI CNEL SU DATI ISTAT FORZE DI LAVORO (MEDIA) E MOVIMPRESE (31 DICEMBRE 2003) Come si può osservare, esiste soltanto una vaga corrispondenza tra le posizioni professionali individuate dall’Istat nell’ambito dell’occupazione indipendente, e le cariche aziendali registrate dalle Camere di Commercio. Il confronto fa pensare in primo luogo che tra le titolari di imprese ci siano soprattutto lavoratrici in proprio, piuttosto che donne definibili come imprenditrici (due ruoli tra cui esistono - com’è noto - notevoli differenze), ma forse anche libere professioniste, in realtà semplici “titolari” di una partita Iva. Alle coadiuvanti potrebbe corrispondere, oltre al gruppo generico delle “altre cariche”, almeno una parte delle donne iscritte nei registri delle imprese come socie. Il collegamento meno chiaro è invece quello tra donne collocate professionalmente nella posizione di dirigenti, e donne che risultano “amministratrici” di un’impresa: l’elevata differenza quantitativa tra le due categorie (79 mila a fronte di oltre 856 mila) rende evidente l’ampia varietà di forme di conduzione di impresa, corrispondenti anche ad attività multiple o molto diverse, forse non sempre “imprenditoriali”. Un importante passo avanti nella disponibilità di dati più affidabili sulle imprese guidate da donne è stato compiuto con l'attivazione dell’Osservatorio dell’imprenditoria femminile, promosso da Unioncamere alla fine del 2002 169 . L’Osservatorio individua come “imprese femminili” quelle in cui la partecipazione delle donne è superiore al 50%. Il tasso di partecipazione femminile è ricavato, a seconda della forma giuridica, dalla proporzione di donne titolari dell’impresa o di azioni/quote di capitale della società, o che ricoprono la carica di amministratrice. La presenza femminile è distinta in tre livelli: maggioritaria (oltre il 50% di soci o amministratori), forte (oltre il 60%), 169 Si tratta della Banca Dati Stock View, realizzata e gestita da Infocamere su commessa Unioncamere, con dati aggiornati ogni sei mesi a partire dal dicembre 2002. 117
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