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Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro - Formez

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outsourcing e di de-localizzazione, che incidono per il 7,3% 78 . Stando infatti ai<br />

1.472 casi aziendali studiati fra il 2002 e il 2004 dall'apposito European<br />

Monitoring Centre on Change <strong>del</strong>la Fondazione di Dublino, soltanto il 4,8% dei<br />

posti perduti va imputato ai processi di de-localizzazione e appena il 2,5% ai<br />

processi di outsourcing 79 . Ciò non toglie che questi effetti <strong>del</strong>la globalizzazione,<br />

nell'aumentare il turnover dei posti e la mobilità dei lavoratori, comportino<br />

costi di adeguamento dolorosi e un diffuso senso di precarietà <strong>del</strong> lavoro.<br />

Ciò richiama anche la questione <strong>del</strong>la povertà. Nel 2002, oltre 68 milioni di<br />

persone, cioè il 15% <strong>del</strong>la popolazione <strong>del</strong>l'Unione Europea, vivevano a rischio<br />

di povertà, e fra questi i più vulnerabili erano i disoccupati, i senzacasa e le<br />

donne (genitrici singole o anziane sole). La quota media <strong>del</strong>l'Unione oscillava<br />

fra il 10% o meno in Svezia, Danimarca, Slovenia, Ungheria e Repubblica<br />

Ceca, e il 20% o più in Irlanda, Slovacchia, Grecia e Portogallo. Alla povertà e<br />

all'esclusione sociale l'Unione Europea ha dedicato la terza "tavola rotonda" <strong>del</strong><br />

18-19 ottobre 2004 (la prima dopo l'allargamento); tema principale: la<br />

promozione e lo scambio di buone pratiche, mentre gli argomenti più toccati si<br />

riferivano alle sei priorità-chiave identificate nel 2004 dal Joint Inclusion<br />

Report: partecipazione al mercato <strong>del</strong> lavoro, redditi e sistemi di protezione<br />

sociale, problemi dei senzatetto, prevenzione <strong>del</strong>l'abbandono scolastico,<br />

esclusione sociale fra i bambini, immigranti e minoranze etniche, dimensioni<br />

rurali <strong>del</strong>la povertà. Il più forte messaggio emerso dai lavori è stato che la<br />

povertà e l'esclusione sociale restano le maggiori sfide per l'Unione a 25.<br />

Il 9 febbraio 2005 la Commissione Europea ha lanciato la nuova Agenda<br />

sociale, per modernizzare il mo<strong>del</strong>lo sociale europeo rilanciando la strategia di<br />

Lisbona per lo sviluppo e l'occupazione. L'Agenda, che punta ad assicurare<br />

lavoro e pari opportunità per tutti attraverso la modernizzazione dei mercati<br />

<strong>del</strong> lavoro e dei sistemi di protezione sociale, presenta due priorità-chiave: la<br />

prima è l'occupazione mentre la seconda è la lotta alla povertà e la promozione<br />

di pari opportunità.<br />

Per l'occupazione, ci si propone di creare un mercato <strong>del</strong> lavoro europeo<br />

che abiliti i lavoratori a portare con sé la pensione e i diritti <strong>del</strong>la sicurezza<br />

sociale quando lavorano in altri Paesi, e che stabilisca schemi opzionali per la<br />

contrattazione collettiva attraverso le frontiere. Occorre inoltre portare più<br />

lavoratori ad avere un impiego migliore, e appoggiare le donne che rientrano<br />

nel mercato <strong>del</strong> lavoro. Occorre altresì aggiornare la legislazione sul lavoro in<br />

modo da adeguarla alle nuove forme di lavoro, in ispecie i contratti a termine.<br />

Per la povertà e le pari opportunità l'Agenda sociale si propone di<br />

analizzare l'impatto <strong>del</strong>l'invecchiamento <strong>del</strong>la popolazione e il futuro <strong>del</strong>le<br />

relazioni fra le generazioni lanciando un Libro Verde sulla demografia. Ci si<br />

propone inoltre di aiutare gli Stati membri a riformare le pensioni e la sanità, e<br />

a combattere la povertà. Allo scopo di combattere discriminazioni e<br />

ineguaglianze, la Commissione Europea esaminerà gli schemi di reddito<br />

78<br />

S. Palmieri, Fusioni e acquisizioni in Europa. Le conseguenze economiche e sociali, Roma, Ediesse,<br />

2004.<br />

79<br />

U. Huws, S. Dahlman e J. Flecker, Outsourcing of ICT and related services in the UE. A status report,<br />

European Foundation for the Improvement of Living and Working Conditions, Dublin, 2004, pagg. 216-<br />

221. Vedi l'Approfondimento Tra de-industrializzazione e de-localizzazione: evoluzione <strong>del</strong>la struttura<br />

produttiva e impatti sull'occupazione.<br />

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