Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro - Formez
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sommerso)” 135 . Delle altre tipologie introdotte dalla riforma si rileva<br />
soprattutto la scarsa diffusione, dovuta probabilmente alla mancata nitidezza<br />
dei due obiettivi di cui sopra.<br />
L’impressione di questa fase iniziale è dunque quella di uno scarto tra<br />
aspettative e risultati 136 . Come suggerisce un esperto che ha avuto un ruolo di<br />
rilievo nella riforma, può darsi che si sia messa troppa carne al fuoco, e che si<br />
potesse "forse ascoltare il suggerimento (almeno quello!) dei vecchi studiosi di<br />
diritto <strong>del</strong> lavoro. E cioè che in questo campo occorre che il legislatore faccia<br />
piccoli passi alla volta e dopo ogni passo si guardi indietro per vedere se gli<br />
altri gli vanno dietro” 137 . Seguendo questo criterio sarebbe apparso più chiaro<br />
che la riforma si basa su “una rappresentazione un po’ troppo semplice e<br />
astratta <strong>del</strong> mercato <strong>del</strong> lavoro” - quella secondo cui “la Legge <strong>del</strong>la domanda e<br />
<strong>del</strong>l’offerta conduce all’allocazione ottimale <strong>del</strong>le risorse” - e che si sono<br />
pertanto "sottovalutate drammaticamente” altre funzioni dei contratti e <strong>del</strong><br />
salario, diverse da quella allocativa 138 .<br />
Fa anche riflettere il timore, espresso da un autorevole esponente degli<br />
imprenditori, che “questa Legge possa dar luogo a situazioni di precarietà”, nel<br />
qual caso “saremmo noi i primi a chiedere di intervenire per modificarla” 139 .<br />
Problema non piccolo è infatti lo scollamento tra gli atti amministrativi di<br />
attuazione <strong>del</strong>la riforma e gli orientamenti negoziali <strong>del</strong>le Forze Sociali. Una<br />
riforma <strong>del</strong> mercato <strong>del</strong> lavoro che detti una disciplina troppo vincolante in<br />
campi riservati alla libera determinazione <strong>del</strong>l'autonomia collettiva, perde il suo<br />
motore fondamentale.<br />
Considerando anche le difficoltà <strong>del</strong> monitoraggio statistico di fenomeni<br />
cruciali per il mercato <strong>del</strong> lavoro, si rischia altresì di perdere uno degli<br />
strumenti di conoscenza più ricco tra quelli a disposizione. Essendo “la<br />
modernizzazione <strong>del</strong> mercato <strong>del</strong> lavoro un processo particolarmente<br />
complesso e <strong>del</strong>icato che richiede un gioco di squadra” 140 , si spera che chi si<br />
accingerà al lavoro di revisione previsto dalla riforma a partire dal 24 ottobre<br />
2005 consideri questa come la prima correzione di rotta da apportare.<br />
135<br />
P. Sestito, “Riforma <strong>del</strong> mercato <strong>del</strong> lavoro e compatibilità economica” in M. Tiraboschi (a cura di), La<br />
riforma Biagi, op. cit., pag. 447.<br />
136<br />
“Dodici mesi sono un arco di tempo sufficiente per formulare un primo giudizio di merito sullo stato di<br />
attuazione <strong>del</strong>la riforma nel suo complesso e, da questo punto di vista, il quadro non è certo dei più<br />
rassicuranti”: M. Tiraboschi, Il coraggio di un cammino, op. cit.<br />
137<br />
Vedi per tutti C. Dell’Aringa, I passi da accelerare, “Il Sole-24 Ore”, 24 ottobre 2004.<br />
138<br />
G. Rodano, Aspetti problematici <strong>del</strong> D. Lgs. 276/2003. Il punto di vista <strong>del</strong>la teoria economica, cit., pp.<br />
443 e segg. Sui presupposti <strong>del</strong>la "Legge Biagi" vedi A. Accornero, Alle radici <strong>del</strong>la "riforma Biagi",<br />
www.ildiario<strong>del</strong>lavoro.it, 6 marzo 2005.<br />
139<br />
Intervista a A. Bombassei, “Il Sole-24 Ore”, 12 marzo 2005.<br />
140 M. Tiraboschi, Il coraggio di un cammino, cit.<br />
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