Tab. 9 - Tassi di femminilizzazione <strong>del</strong>le imprese attive per settore, regione e ripartizione geografica Agricoltura Attività manifatturiere Commercio Alberghi e ristoranti Intermediazione monet.-finanz. Att. Immobiliari, informat.ica,ricerca Istruzione Sanità e serv.sociali Altri serv. pubb. sociali e personali Valle d'Aosta 38,5 13,0 33,7 38,6 27,3 8,7 27,8 48,9 54,3 Piemonte 29,8 17,2 28,7 33,9 23,5 14,4 28,8 39,9 57,5 Lombardia 22,2 17,3 23,1 31,4 18,5 18,1 27,9 33,5 51,0 Liguria 41,9 19,3 31,1 36,1 21,5 10,8 29,2 41,1 51,7 Nord-Ovest 28,2 17,4 25,8 33,0 20,3 15,9 28,3 35,9 53,0 Friuli-Venezia Giulia 35,0 14,9 26,3 37,5 18,9 8,3 26,6 35,4 55,4 Trentino-Alto Adige 17,9 12,9 24,2 38,7 17,2 8,4 17,7 33,9 54,3 Veneto 24,2 17,2 22,8 34,3 18,8 11,1 25,6 35,5 57,9 Emilia-Romagna 21,2 17,9 25,1 31,4 20,2 11,6 22,1 32,9 48,9 Nord-Est 23,4 17,0 24,2 34,4 19,3 10,7 23,7 34,2 53,4 Toscana 31,2 21,4 27,3 33,1 21,8 11,1 28,7 39,2 50,0 Marche 27,3 22,7 25,4 33,4 22,9 7,5 29,2 41,3 54,1 Umbria 30,0 25,1 28,8 35,7 24,4 7,4 26,2 46,4 57,4 Lazio 35,4 20,7 29,0 34,9 24,2 7,7 35,2 37,2 47,3 Centro 31,6 21,8 27,9 34,1 23,2 8,9 31,3 39,1 50,1 Abruzzo 34,7 23,9 29,4 35,9 24,7 5,7 35,7 47,1 53,6 Molise 41,6 20,8 32,5 36,9 22,6 3,4 32,6 57,0 53,8 Campania 37,9 22,3 29,6 34,5 25,3 5,4 49,7 36,3 32,7 Puglia 28,0 21,8 24,9 29,0 25,6 4,4 42,0 40,6 41,7 Basilicata 36,8 23,4 31,8 32,8 27,5 3,5 25,4 55,4 45,9 Calabria 26,4 21,6 28,0 33,1 25,4 4,9 42,1 39,9 43,0 Mezzogiorno 32,8 22,3 28,2 33,1 25,3 4,9 44,1 39,5 40,3 Sicilia 27,7 20,1 28,2 32,9 25,6 4,8 38,3 42,9 38,0 Sardegna 22,3 21,3 29,1 30,3 27,6 7,9 32,7 54,5 50,7 Isole 26,3 20,4 28,4 31,9 26,1 5,6 37,0 45,8 41,2 ITALIA 28,7 19,4 26,9 33,5 22,0 9,6 33,6 38,5 48,6 Tra le attività immobiliari, un settore poco femminilizzato dove le donne guidano meno <strong>del</strong> 10% <strong>del</strong>le imprese attive, c'è qualche eccezione in alcune Regioni <strong>del</strong> Nord, in particolare in Lombardia (18,5%) e in Piemonte (14,4%). Nel settore <strong>del</strong>l’istruzione c'è un netto innalzamento <strong>del</strong>la quota di imprese femminili nel Sud; il divario più ampio tra Nord e Sud è segnato dalla Campania, con quasi il 50% <strong>del</strong>le attività, e il Trentino-Alto Adige con una presenza femminile inferiore al 18%. L’elevato tasso di femminilizzazione nel settore <strong>del</strong>la sanità e dei servizi sociali cela consistenti variazioni a livello regionale, con punte che oltrepassano il 54% in Sardegna e il 55% in Basilicata per raggiungere il 57% nel Molise; a queste si contrappone la quota assai più contenuta <strong>del</strong>l’Emilia-Romagna, che si ferma al 33%. Nel settore “Altri servizi pubblici, sociali e personali”, dove ci 124
sono i tassi di femminilizzazione più elevati, vi sono ulteriori ampie differenze tra le Regioni: nel Veneto le imprese di donne sfiorano addirittura il 58%, e oltrepassano il 57% in Piemonte e in Umbria, mentre l’incidenza più bassa in assoluto è in Campania, dove non raggiunge il 33%. 3. LA PROMOZIONE DELL’IMPRENDITORIA FEMMINILE In Europa, a partire dalla fine degli anni Ottanta, una <strong>del</strong>le misure di contrasto alla disoccupazione ritenute più innovative ed efficaci è stata la promozione <strong>del</strong>l’autoimpiego e <strong>del</strong>l’imprenditorialità, che ha dato luogo a una proliferazione di provvedimenti nazionali e regionali in favore di nuove imprese, con particolare riferimento a quelle giovanili e femminili. L’attenzione per questo fenomeno, soprattutto nell’ottica <strong>del</strong>l’inserimento e reinserimento lavorativo <strong>del</strong>le donne, si è rafforzata in Europa e in tutto il mondo nell’ultimo decennio, come attesta il moltiplicarsi di iniziative e programmi d'intervento promossi dagli organismi internazionali 175 e il crescente aumento sia degli organismi di ricerca 176 che <strong>del</strong>le associazioni di rappresentanza <strong>del</strong>le imprenditrici 177 . Nel 2004, la Commissione Europea ha licenziato il 2° Rapporto Best sulla promozione <strong>del</strong>l’imprenditorialità femminile, relativo all’omonimo progetto finalizzato a individuare i provvedimenti e le buone pratiche in favore <strong>del</strong>l’imprenditorialità femminile, e a diffonderle in Europa: secondo il Rapporto, “incrementare il tasso di costituzione di nuove imprese da parte <strong>del</strong>le donne è essenziale per stimolare l’innovazione e l’occupazione nelle nostre economie” 178 . Anche in Italia, con la legge n. 44 <strong>del</strong> 1986 era stato dato avvio a numerosi provvedimenti, anche a livello regionale, a favore <strong>del</strong>l’imprenditorialità e <strong>del</strong>l’autoimpiego, rivolti in primo luogo a giovani e disoccupati. La legge n. 215 <strong>del</strong> 1992, rivolta al sostegno <strong>del</strong>l’imprenditorialità femminile, prevedeva la concessione di agevolazioni finanziarie alle piccole imprese a prevalente gestione femminile nei settori manifatturiero, commercio, turismo e 175 L’International Labour Organizzation ha promosso il programma Women’s Enterpreneurship Development and Gender Equality, per favorire l’accesso <strong>del</strong>le donne a risorse, opportunità, mercati, luoghi di decisione e meccanismi di controllo. Anche l’Ocse ha avviato piani d’azione e, con il Programma LEED, ha promosso nel 2004 ricerche regionali sulle imprese femminili nello sviluppo. Vedi www.ilo.org e www.oecd.org. L'Europa ha lanciato la “Rete europea per la promozione <strong>del</strong>l’imprenditorialità femminile”: www.europa.eu.int/comm/enterprise/entrepreneurship- /craft/craftwomen/wes.htm. 176 Tra i più attivi negli Stati Uniti è il già citato Center for Women’s Business Research, con sede a Washington. 177 In Italia la più importante è l'Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda, membro <strong>del</strong>la FCEM (350 mila associate in 60 paesi), che ha oltre 1.500 iscritte con ruoli di responsabilità in più di 3 mila imprese. La Commissione Europea ha avviato un portale per favorire comunicazione e scambi tra le rispettive organizzazioni nazionali <strong>del</strong>le imprenditrici: www.europa.eu.int/comm/enterprise/entrepreneurship/craft/craft-women/womenentr_portal.htm. 178 Commissione Europea, Promuovere l’imprenditorialità femminile, Rapporto Best, n. 2, Lussemburgo, 2004, pag. 7. La “procedura Best” è imperniata sullo scambio di informazioni mediante benchmarking o altri metodi che stimolino un continuo miglioramento <strong>del</strong>l’ambiente imprenditoriale. Per l’Italia, il Rapporto individua come buona pratica lo “Sportello Fare Impresa” promosso dalla Confartigianato nel 1999. 125
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