Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro - Formez

nel Sud (61,1%). Ciò sembra confermare che il drenaggio delle collaborazioni
elusive è lungi dall’essere concluso.
Qualche indicazione per valutare in quale direzione si siano mossi i
processi di riconversione dei co. co. co. può essere tratta dai dieci accordi
stipulati tra il maggio del 2003 e del 2005 dai sindacali nazionali di categoria,
con la partecipazione di quelli confederali che rappresentano i para-subordinati
(Nidil-Cgil, Alai-Cisl, Cpo-Uil). Quattro hanno per contraente delle associazioni
di categoria (Istituti di Ricerca di Mercato, Assoippodromi, Assocallcenter e
Associazione Scuole paritarie Aninsei) mentre sei sono stati raggiunti a livello
aziendale.
In due delle imprese (Atesia e Gruppo Acroservizi) gli accordi contemplano
trasformazioni dei co.co.co. in lavoro subordinato 128 mentre nelle altre
regolamentano il lavoro a progetto, talvolta con una precisa individuazione
delle qualifiche professionali applicabili 129 . Questa linea di condotta ha trovato
ampio sviluppo nell’area pubblica dove, preclusa la trasformazione in lavoro
subordinato, la ricerca di tutele ha portato a risultati anche originali rispetto
alla contrattazione tradizionale 130 .
Pochi dati Isae sulle altre nuove tipologie. Consuntivo deludente per il
lavoro a chiamata o intermittente (job-on-call), anche rispetto alle caute
previsioni di fine 2003: "Non ha trovato conferma il pur modesto interesse che
traspariva nell'indagine dello scorso anno", afferma infatti l'Isae 131 . "Irrisorio"
viene definito il peso del lavoro ripartito (job sharing). Su queste tipologie,
l'Associazione Direttori delle Risorse umane Gidp-Hrda ha interpellato 60
grandi imprese interessate alla "riforma Biagi". Essa viene approvata dal 77%
perché "aumenta la flessibilità", dal 63% perché "favorisce nuovi posti di
lavoro, e dal 61% perché "risponde alle esigenze delle aziende"; viene invece
criticata dal 64% perché "non facile da applicare", dal 58% perché "ha dato
pochi risultati", e dal 46% perché "crea precarietà" 132 .
7. IL CONTRATTO PART-TIME
La riforma si prefigge un ampliamento dei contratti part-time, per il
contributo che può dare alla riduzione del consistente divario fra il tasso di
occupazione femminile italiano e la media europea. (A questo scopo, le norme
stabilite dopo il decreto legislativo hanno esteso senza limiti il part-time al
128
L’accordo sui 4.350 co. co. co. di Atesia (Telecom) prevede 1.350 trasformazioni in lavoro a progetto e
per gli altri il ricorso esclusivo a contratti di apprendistato, di inserimento e di lavoro interinale.
129
Nell’accordo relativo agli ippodromi si prevede anche una “verifica del rapporto fra le attività esercitate
dai lavoratori a progetto e quelle dei lavoratori subordinati”, senza specificare le eventuali ricadute.
130
Fra i vari accordi (numerosi negli Enti locali della Toscana e dell’Emilia) meritano di essere segnalati
quelli con l’Isfol e con l’Università di Siena per le norme in materia di formazione, reclutamento,
certificazione delle competenze e proprietà intellettuale
131
ISAE, Le previsioni per l’economia italiana, febbraio 2004, cit., pag. 120.
132
Dati presentati il 7 maggio 2005 a Firenze nel 1° Congresso Risorse Umane & Organizzazione.
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