Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro - Formez

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80 70 60 50 40 30 20 10 0 45 40 35 30 25 20 15 10 Graf. 7 - Tassi di occupazione delle donne per durata del lavoro e classi di età, Centro Tempo pieno Tempo parziale 15-19 20-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 50-54 55-59 60-64 5 0 FONTE: ISTAT, INDAGINE SULLE FORZE DI LAVORO, SERIE RICOSTRUITA Graf. 8 - Tassi di occupazione delle donne per durata del lavoro e classi di età, Sud Tempo pieno Tempo parziale 15-19 20-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 50-54 55-59 60-64 FONTE: ISTAT, INDAGINE SULLE FORZE DI LAVORO, SERIE RICOSTRUITA Purtroppo, la crescente presenza di una categoria residuale, in cui sono genericamente classificati gli altri motivi, rende poco significativa l’analisi. Infatti, dell’oltre mezzo milione di occupazione aggiuntiva a tempo parziale ben un terzo risulta frutto di una scelta e neppure il 16% di una costrizione per non 94
aver trovato un lavoro a tempo pieno, ma in più del 55% dei casi le donne fanno riferimento ad altri motivi non meglio specificati, mentre diminuisce addirittura il ricorso a motivi familiari. Allo stesso risultato si giunge considerando le variazioni dal 1995 al 2003 dei tassi di occupazione articolati in base al motivo per cui si svolge il lavoro a tempo parziale, come si può vedere dalla Tab. 5. Comunque, se ci si concentra sulla contrapposizione tra part-time volontario e involontario, cioè tra chi attribuisce l’orario ridotto ad una propria scelta e chi invece lo considera un ripiego forzato in mancanza di un tempo pieno, si vede che il tasso di occupazione delle donne con part-time volontario è cresciuto di un punto percentuale, mentre quello delle donne con part-time involontario è cresciuto solo di mezzo punto. Tab. 5 - Variazioni 1995-2003 dei tassi di occupazione delle donne per durata del lavoro e motivo del part-time (punti percentuali) Classi d'età Tempo pieno Per scelta o studio Tempo parziale Non trovato tempo pieno Motivi personali o familiari Altri motivi Totale da 15 a 19 anni - 2,7 - 0,2 - 0,1 - 0,1 - 0,1 - 3,2 da 20 a 24 anni + 1,4 + 0,7 + 0,2 + 0,0 + 0,2 + 2,6 da 25 a 29 anni + 5,8 + 1,1 + 0,9 - 0,5 + 0,6 + 7,9 da 30 a 34 anni + 3,2 + 1,2 + 0,6 - 0,8 + 2,7 + 6,8 da 35 a 39 anni + 0,5 + 1,9 + 0,5 - 0,5 + 4,0 + 6,4 da 40 a 44 anni + 0,8 + 1,6 + 1,1 - 0,2 + 2,9 + 6,1 da 45 a 49 anni + 6,3 + 1,5 + 0,3 - 0,3 + 1,9 + 9,7 da 50 a 54 anni + 9,0 + 0,6 + 0,7 + 0,0 + 1,3 + 11,6 da 55 a 59 anni + 7,2 + 0,5 + 0,2 - 0,2 + 0,8 + 8,5 da 60 a 64 anni + 1,7 + 0,3 + 0,0 - 0,2 + 0,1 + 2,0 Totale (15-64) + 4,4 + 1,0 + 0,5 - 0,3 + 1,6 + 9,3 FONTE: ISTAT, INDAGINE SULLE FORZE DI LAVORO (MICRO-DATI) Inoltre, il divario a favore del part-time volontario è ancora maggiore per le donne adulte da 30 a 50 anni, quelle con i carichi familiari più gravosi, e per le quali vi è stato un maggiore aumento dell’occupazione a tempo parziale. La tendenza all’aumento del part-time volontario è peraltro coerente con quanto risulta dall’analisi comparativa, che rivela come la percentuale di part-time volontario è maggiore proprio nei Paesi europei ove il lavoro a tempo parziale è più diffuso. Questo apparente paradosso, che in termini diacronici si rileva anche in Italia, è stato spiegato con il fatto che - come si è già sottolineato - l’aumento dell’occupazione femminile implica un maggior ingresso nel mercato del lavoro di donne più orientate alla famiglia, e quindi a un tempo di lavoro ridotto che meglio consente la “doppia presenza”. 5. IL LIMITATO IMPATTO DELLE FORME DI LAVORO INSTABILE Dal forte contributo del lavoro a tempo parziale si suole trarre la conclusione che l’aumento dell’occupazione femminile dal 1995 al 2003 si deve 95
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