Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro - Formez
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quanto si credeva. C'è un elemento che rafforza l'attendibilità di quest'ultima<br />
considerazione: il nuovo part-time dipendente presenta una peculiarità molto<br />
particolare, che non va confusa con la precarietà: fra i dipendenti part-time,<br />
che sono quasi 2 milioni, soltanto una minoranza - il 20% - lo svolge con<br />
carattere temporaneo; con la vecchia rilevazione questa quota sfiorava invece<br />
il 30%.<br />
8. IL LAVORO TEMPORANEO<br />
Nel vecchio questionario la nozione di temporaneità <strong>del</strong> rapporto di<br />
lavoro era ristretta alla sola occupazione dipendente, mentre il lavoro<br />
indipendente ne era fuori proprio perché, in quanto autonomo, non presupponeva<br />
un rapporto di lavoro. Con l'esplosione <strong>del</strong> lavoro para-subordinato<br />
sotto forma di collaborazioni coordinate e continuative, avvenuta nella seconda<br />
metà degli anni Novanta, questo approccio si è rivelato progressivamente<br />
inadeguato. Le collaborazioni erano in crescita, come dimostravano i dati di<br />
fonte Inps, i quali però registravano le iscrizioni, non effettuavano<br />
cancellazioni, e non davano modo di quantificare gli stock medi ad una certa<br />
data. Neppure la vecchia rilevazione trimestrale, in virtù <strong>del</strong>la netta divisione<br />
tra lavoro autonomo e lavoro dipendente, poteva cogliere le collaborazioni: se<br />
il collaboratore veniva classificato come indipendente, veniva <strong>del</strong> tutto<br />
assimilato a questo stock e si perdeva la stessa nozione di rapporto di lavoro;<br />
se invece veniva classificato come dipendente, si rilevava la temporaneità <strong>del</strong><br />
contratto ma si perdeva la connotazione specifica <strong>del</strong> rapporto di collaborazione.<br />
Per quanto riguarda il lavoro dipendente, il vecchio questionario<br />
prevedeva solo due domande per verificare le caratteristiche <strong>del</strong> rapporto di<br />
lavoro: con la prima si distingueva unicamente tra occupazione "permanente"<br />
e "temporanea", con la seconda si chiedeva di quantificare la durata <strong>del</strong>la<br />
occupazione temporanea 84 . Il questionario <strong>del</strong>la nuova rilevazione dedica<br />
un'attenzione specifica alla tipologia dei rapporti di lavoro, con una serie di<br />
domande molto (forse troppo) articolate. Le collaborazioni e il lavoro a<br />
progetto costituiscono una specifica tipologia di rapporto, e soltanto<br />
successivamente vengono inserite all'interno <strong>del</strong> lavoro indipendente.<br />
All'interno <strong>del</strong> lavoro temporaneo dipendente vengono distinti i contratti<br />
interinali e le altre tipologie di rapporto a tempo determinato. Una innovazione<br />
importante sta nella introduzione <strong>del</strong> concetto di "accordo verbale con il datore<br />
di lavoro", distinto dal "contratto di lavoro". La distinzione introduce in modo<br />
soft il tema <strong>del</strong>icato <strong>del</strong> lavoro nero e potrebbe favorire il superamento di<br />
eventuali resistenze in materia; essa consentirà in ogni caso di verificare il<br />
grado di regolarità <strong>del</strong>l'occupazione rilevata.<br />
Fatte queste premesse, possiamo operare un confronto tra nuova e<br />
vecchia rilevazione, avendo sempre il mese di gennaio 2004 come riferimento.<br />
Mentre la rilevazione trimestrale stimava un'incidenza 85 <strong>del</strong> lavoro a tempo<br />
determinato sull'occupazione dipendente pari al 9,2%, nella rilevazione<br />
84<br />
Un'ampia disamina dei modi di stima <strong>del</strong>la vecchia rilevazione: B. Anastasia e D. Maurizio, La<br />
misurazione statistica <strong>del</strong> lavoro a tempo determinato, Ministero <strong>del</strong> <strong>Lavoro</strong> e <strong>del</strong>le Politiche sociali,<br />
"Monitoraggio <strong>del</strong>le politiche occupazionali e <strong>del</strong> lavoro", Rapporto 2003, pag. 84 segg.<br />
85<br />
Confrontando l'incidenza annulliamo quanto meno gli effetti dovuti alla diversa consistenza <strong>del</strong>la<br />
popolazione; rimangono gli effetti dovuti alla diversa composizione <strong>del</strong>la medesima, tuttavia molto<br />
contenuti.<br />
56