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Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro - Formez

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altrettanto forte riduzione dei tassi di inattività, peraltro più bassi <strong>del</strong>la media<br />

italiana già nel 1995. Per contro, nel Mezzogiorno la debole crescita dei tassi di<br />

occupazione non riesce a ridurre i livelli di disoccupazione neppure per le<br />

donne da 25 a 39 anni. Tranne che per le giovanissime, ove incide la crescita<br />

<strong>del</strong>la scolarità superiore, nel Mezzogiorno i già alti tassi di disoccupazione<br />

continuano a crescere sino a diventare esplosivi non solo per le donne giovani,<br />

ma anche per quelle adulte: oltre il 25% per le trentenni e quasi il 15% per le<br />

quarantenni.<br />

Dunque la più forte crescita <strong>del</strong>l’occupazione femminile mai avvenuta in<br />

Italia acuisce il divario regionale, penalizzando ulteriormente le donne<br />

meridionali rispetto a quelle <strong>del</strong> Centro-Nord. In particolare, i livelli critici<br />

raggiunti dalla disoccupazione <strong>del</strong>le donne adulte (da 35 a 49 anni) le<br />

espongono al rischio di un effetto di scoraggiamento in una società quale<br />

quella meridionale, in cui gli ancora alti livelli di inattività indicano che è ben<br />

lungi dall’essersi consolidata l’immagine <strong>del</strong>la donna lavoratrice. Si può<br />

comprendere, perciò, come nel Mezzogiorno sia stata sufficiente, dopo parecchi<br />

anni di crescita, una piccola riduzione <strong>del</strong> tasso di occupazione <strong>del</strong>le donne (-<br />

0,2 punti percentuali) dal 2003 al 2004 per causare una netta ripresa <strong>del</strong>la<br />

percentuale di inattive (+1,3 punti percentuali) 142 .<br />

3. IL (RIDOTTO) RUOLO DELLA CRESCENTE SCOLARIZZAZIONE<br />

Nel precedente periodo di crescita <strong>del</strong>la partecipazione <strong>del</strong>le donne al<br />

lavoro quasi i due terzi <strong>del</strong>l’aumento <strong>del</strong>l’occupazione femminile si devono<br />

attribuire all’incremento dei livelli di istruzione 143 , cioè dal 1977 al 1992 non è<br />

cresciuto tanto il tasso di occupazione <strong>del</strong>le laureate, <strong>del</strong>le diplomate o <strong>del</strong>le<br />

donne con licenza media quanto il peso relativo nella popolazione femminile<br />

<strong>del</strong>le laureate e <strong>del</strong>le diplomate, che avevano sin dall’inizio un tasso di<br />

occupazione molto più elevato. Questo fenomeno si ripete in misura minore per<br />

la nuova stagione di aumento <strong>del</strong>l’occupazione <strong>del</strong>le donne. Infatti, applicando<br />

alla popolazione femminile <strong>del</strong> 2003 i tassi di occupazione per classi di età e<br />

per titolo di studio <strong>del</strong> 1995, si scopre che soltanto il 61% <strong>del</strong>l’occupazione<br />

aggiuntiva si deve alla crescita dei livelli di istruzione, mentre il restante 39%<br />

va attribuito all’aumento <strong>del</strong>la propensione al lavoro <strong>del</strong>le donne a parità di<br />

livello di istruzione. Ciò si spiega ovviamente con il periodo più breve (soltanto<br />

8 anni contro 15), durante il quale l’innalzamento dei livelli di istruzione<br />

attraverso il succedersi di coorti di età sempre più istruite non può che essere<br />

minore.<br />

Piuttosto, occorre rilevare che l’aumento <strong>del</strong>la partecipazione al lavoro dal<br />

1995 al 2003 interessa più le diplomate e le laureate che non le donne munite<br />

soltanto di qualifica professionale o di licenza <strong>del</strong>la scuola media, anche<br />

tenendo conto <strong>del</strong>le diverse classi di età (Tab. 2). Ciò vuol dire che, anche a<br />

parità di età, le differenze tra il tasso di occupazione <strong>del</strong>le donne istruite e<br />

quello <strong>del</strong>le donne non istruite sono aumentate nel periodo di aumento<br />

142<br />

Dati tratti dalla serie ricostruita dall’Istat.<br />

143<br />

E. Reyneri, Sociologia <strong>del</strong> mercato <strong>del</strong> lavoro, Bologna, il Mulino, 2002, cap. 5. Vedi anche, di vari<br />

autori, il dossier Donne e lavoro, "Quaderni di Rassegna sindacale-Lavori", n. 4, ottobre-dicembre<br />

2004.<br />

85

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