<strong>del</strong>l’occupazione femminile. Le distanze si riducono soltanto all’interno <strong>del</strong>la fascia <strong>del</strong>le donne più istruite, poiché i tassi di occupazione <strong>del</strong>le diplomate si avvicinano a quelli <strong>del</strong>le laureate, ma aumentano il loro distacco da quelli <strong>del</strong>le qualificate e soprattutto da quelli <strong>del</strong>le donne con la sola licenza media o elementare. Su livelli ovviamente molto diversi, questo fenomeno si ritrova in tutte e tre le grandi aree territoriali in cui si suole dividere l’Italia. Dunque, oltre alla sempre maggiore istruzione <strong>del</strong>le coorti più giovani, il recente aumento <strong>del</strong>l’occupazione femminile si deve principalmente alla crescente partecipazione al lavoro <strong>del</strong>le donne più istruite, che erano già caratterizzate da un più elevato inserimento nel mercato <strong>del</strong> lavoro. Età Tab. 2 - Tassi di occupazione <strong>del</strong>le donne per livello di istruzione e classi di età Tassi 2003 (valori percentuali) Variazioni 1995- 2003 (punti percentuali) Elementari Media Qualifica Diploma Laurea Elementari Media Qualifica Diploma Laurea 15-19 10,9 5,4 22,0 9,7 - - 2,3 - 2,3 - 5,7 + 2,0 - 20-24 20,7 39,7 60,2 28,0 45,4 + 3,6 +0,1 + 5,1 + 4,1 + 11,8 25-29 24,4 45,2 71,8 55,0 62,2 + 9,4 + 2,3 + 7,2 + 4,5 + 12,0 30-34 27,7 43,4 69,9 65,7 77,2 + 9,1 + 2,7 + 2,8 + 3,4 + 5,1 35-39 24,4 45,6 68,2 70,0 84,4 - 1,1 + 3,2 + 0,9 + 3,4 + 2,0 40-44 26,1 44,8 68,0 69,6 86,3 - 5,1 + 1,3 + 4,8 + 1,7 - 1,0 45-49 29,5 45,6 66,4 69,8 91,1 - 2,6 + 4,2 + 7,3 + 5,4 + 6,6 50-54 27,4 40,7 57,1 64,5 84,2 + 1,4 + 5,8 + 11,5 + 8,6 + 8,2 55-59 18,4 25,1 34,4 46,7 59,2 + 3,5 + 6,1 + 5,4 + 8,2 + 2,3 60-64 6,2 10,1 16,9 19,7 30,2 + 1,1 - 0,3 - 0,8 + 1,2 - 6,0 65-69 2,2 3,4 6,0 5,3 11,1 + 0,2 + 0,1 - 0,3 - 0,6 - 2,5 Totale 14,6 33,0 59,4 52,4 73,8 - 1,5 + 1,6 + 2,5 + 6,6 + 3,6 FONTE: ISTAT, INDAGINE SULLE FORZE DI LAVORO, SERIE RICOSTRUITA La tendenza all'ampliamento <strong>del</strong> divario nella partecipazione al lavoro tra donne istruite e non istruite al crescere <strong>del</strong> livello complessivo di occupazione femminile contrasta decisamente con quanto rivela il confronto internazionale poiché, come si può vedere nel Graf. 2, nei Paesi europei ove più diffusa è l’occupazione femminile, quali la Danimarca e la Gran Bretagna, il divario è molto minore. 86
90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Graf. 2 - Tassi di occupazione <strong>del</strong>le donne 25-64enni per livello d'istruzione Alto Medio Basso Danimarca Gran Bretagna Italia Nord Sud FONTE: ISTAT, INDAGINE SULLE FORZE DI LAVORO, SERIE RICOSTRUITA Ciò conferma che, anche dopo la forte crescita dal 1995 al 2003, il ritardo <strong>del</strong>l’occupazione femminile in Italia rispetto alla media europea continua a concentrarsi nelle donne meno istruite, che restano ancora molte soprattutto nel Mezzogiorno e nelle classi di età meno giovani. Per raggiungere gli obiettivi fissati dal <strong>Consiglio</strong> europeo di Lisbona occorre quindi principalmente aumentare l’occupazione <strong>del</strong>le donne non istruite nel Mezzogiorno, proprio quelle più soggette allo scoraggiamento e ai vincoli culturali <strong>del</strong>la famiglia tradizionale. 4. LA GRANDE IMPORTANZA DEL LAVORO A TEMPO PARZIALE L’analisi comparativa e storica ha mostrato un indubbio contributo <strong>del</strong> part-time allo sviluppo <strong>del</strong>l’occupazione femminile. Per i 14 Paesi vecchi membri <strong>del</strong>l’Unione Europea esiste un’apprezzabile relazione tra tasso di occupazione <strong>del</strong>le donne e quota di lavoro a tempo parziale: i Paesi in cui il part-time è più diffuso sono anche quelli in cui le donne sono più occupate, e viceversa 144 . Quanto all’andamento nel tempo, in quasi tutti i Paesi sviluppati e quasi senza soluzione di continuità l’occupazione femminile è cresciuta in larga misura grazie alla sempre maggiore diffusione <strong>del</strong> tempo parziale tra le donne. La principale eccezione a tale tendenza era costituita appunto dall’Italia, ove il forte aumento <strong>del</strong>l’occupazione femminile negli anni Settanta e Ottanta era avvenuta senza una parallela crescita <strong>del</strong> part-time. Ciò costringeva a cercare altri fattori per spiegare la possibilità di conciliare la crescente “doppia presenza” <strong>del</strong>le donne italiane nel lavoro retribuito e in quello familiare: dalla caduta <strong>del</strong>la natalità al ricorso all’aiuto dei genitori. La situazione muta radicalmente negli anni Novanta, poiché la nuova stagione <strong>del</strong>la crescita <strong>del</strong>l’occupazione femminile è profondamente segnata dalla diffusione <strong>del</strong> lavoro a tempo parziale. 144 Vedi ancora E. Reyneri, Sociologia <strong>del</strong> mercato <strong>del</strong> lavoro, op. cit. 87
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