Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro - Formez
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9. PRODUTTIVITÀ E ORARI<br />
Il fatto che nel 2004 l'incremento <strong>del</strong> prodotto interno lordo, per quanto<br />
modesto, sia stato maggiore <strong>del</strong>l'incremento complessivo degli occupati (1%<br />
contro 0,7%) sembra avere interrotto il breve periodo durante il quale<br />
l'intensità occupazionale <strong>del</strong>la crescita aveva invertito l'abituale rapporto fra<br />
creazione di valore e creazione di posti.<br />
Gli studiosi si sono chiesti quali siano state le cause che nel triennio<br />
2001-2003 hanno consentito lo scavalco degli occupati sul prodotto. Due<br />
sembrano le possibili spiegazioni <strong>del</strong> fenomeno, che ha temporaneamente<br />
creato preoccupazioni opposte a quelle sulla crescita senza occupati (jobless<br />
growth), tipiche degli anni Ottanta. Basate sull'andamento dei salari e su<br />
quello degli investimenti, le due spiegazioni potrebbero rientrare in una<br />
medesima linea interpretativa dei cambiamenti intervenuti nel mercato <strong>del</strong><br />
lavoro italiano dopo il "pacchetto Treu".<br />
L'adozione di rapporti d’impiego e di modalità di lavoro flessibili, e<br />
l'incoraggiamento ad assunzioni a tempo indeterminato mediante il credito<br />
d’imposta avrebbero consentito alle imprese, da un lato di realizzare a minor<br />
costo aumenti di personale anche in settori e/o imprese a minore produttività,<br />
e dall'altro di allentare la spinta a sostituire lavoro con capitale, soprattutto in<br />
settori e/o imprese a minore produttività 65 . L'effetto di queste scelte è stato di<br />
protrarre la politica di moderazione salariale degli anni Novanta e di mantenere<br />
un basso profilo di innovazione in "segmenti settoriali, dimensionali e<br />
territoriali caratterizzati da bassi livelli intrinseci di produttività" 66 . Ciò ha<br />
giocato a sfavore dei consumi 67 , ma soprattutto a sfavore <strong>del</strong>la produttività.<br />
A chiarire il fenomeno contribuisce un recente contributo <strong>del</strong>l’Istat sul<br />
peso <strong>del</strong> lavoro nell’economia italiana nel periodo 1993-2003. Su questo arco<br />
di tempo, l’Istituto aggiunge per la prima volta la stima <strong>del</strong>le ore lavorate alle<br />
tradizionali misure: occupati, posizioni lavorative e unità di lavoro 68 . Le nuove<br />
misure adottano un concetto esaustivo di occupazione interna poiché includono<br />
tutto il lavoro, regolare o no, svolto in tutte le unità produttive dislocate in<br />
Italia, indipendentemente dalla residenza e dalla nazionalità dei lavoratori ivi<br />
impegnati. Rispetto alla fotografia così scattata, non ci sono dunque aggregati<br />
significativi fuori campo. La Tab. 10 riporta le serie storiche più rilevanti.<br />
65<br />
Vedi: P. Garibaldi e T. Boeri, The honey moon effect reforms in employment protection, Università<br />
Bocconi, working paper n. 10, novembre 2003; la conversazione con Sergio De Nardis raccolta da M.<br />
Mascini in Rallenta il lavoro non la produttività, "Il Sole-24 Ore", 24 novembre 2004; e C. Dell'Aringa, I<br />
salari crescono poco e i sindacati sono divisi, "Vita e pensiero", n. 4, luglio-agosto 2004.<br />
66<br />
Così il Presidente <strong>del</strong>l’Istat nella Sintesi <strong>del</strong> Rapporto annuale. La situazione <strong>del</strong> Paese nel 2003, pag.<br />
14; da qui la conclusione che "la perdita complessiva di produttività non dipende dalla minore<br />
performance <strong>del</strong>le singole imprese”. Vedi anche CNEL, Rapporto sul mercato <strong>del</strong> lavoro 2003, cit., pagg.<br />
59-62.<br />
67<br />
G. Bianchi e L. Bianchi, Questione salariale e sviluppo economico, "Rivista economica <strong>del</strong> Mezzogiorno",<br />
n. 4, 2003, pagg. 718-20.<br />
68<br />
ISTAT, Le ore lavorate per la produzione <strong>del</strong> prodotto interno lordo: una prima stima dal 1993 al 2003,<br />
22 aprile 2005.<br />
40