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Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro - Formez

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Graf. 1 - Unità di lavoro non regolari, quote 1992-2002<br />

Totale Dipendenti Indipendenti<br />

1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002<br />

FONTE: ISTAT, LA MISURA DELL'ECONOMIA SOMMERSA<br />

Questo spiega in parte la differenza fra le 20.698 mila unità di lavoro<br />

regolari calcolate nella contabilità per il 2002, e la media di 21.829 mila<br />

occupati rilevata quell'anno tramite l'indagine trimestrale sulle forze di lavoro;<br />

il ricalcolo effettuato dall'Istat dopo il passaggio all'indagine continua fa salire<br />

quel dato a 21.913 occupati. La restante differenza si deve al fatto che queste<br />

due serie di dati sono ottenute con procedimenti diversi. Ciò nondimeno, come<br />

mostra il Graf. 2, l'andamento generale <strong>del</strong>le unità di lavoro e degli occupati<br />

mantiene nel tempo un profilo <strong>del</strong> tutto simile anche perché si ritiene che il<br />

doppio lavoro informale controbilanci almeno in parte il lavoro a termine.<br />

Se volessimo aggiornare il sommerso con un mero esercizio cartaceo<br />

contando gli interessati in termini di persone, le 3.437 mila unità di lavoro "non<br />

osservate" potrebbe arrivare a oltre 3.900 lavoratori in nero. (Utilizzando i dati<br />

<strong>del</strong>la contabilità nazionale anziché quelli <strong>del</strong>le forze di lavoro per considerare<br />

tutti coloro che nel 2002 avevano un impiego regolare o irregolare - ma<br />

bisognerebbe alzare il denominatore <strong>del</strong>la popolazione per tener conto degli<br />

occupati ultra-64enni e degli stranieri non residenti - il tasso di occupazione<br />

salirebbe dal 55-56% al 60-61%, restando sempre sotto la media europea <strong>del</strong><br />

64,3% 276 ).<br />

276 European Commission, Employment in Europe 2003, Luxembourg, 2003, pag. 209.<br />

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