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FONTE: VENETO LAVORO Tab. 8 - Le assunzioni nelle cooperative nel Veneto 2000 2001 2002 2003 Maschi Comunitari 7.423 7.725 6.308 6.048 Extra-comunitari 4.536 5.210 5.377 5.829 Totale 11.959 12.935 11.685 11.877 Femmine Comunitarie 6.817 6.929 5.524 5.226 Extra-comunitarie 1.463 1.975 1.973 2.267 Totale 8.280 8.904 7.497 7.493 Maschi e Femmine Comunitari 14.240 14.654 11.832 11.274 Extra-comunitari 5.999 7.185 7.350 8.096 Totale 20.239 21.839 19.182 19.370 Quota di extra-comunitari 29,6% 32,9% 38,3% 41,8% Questa preferenza per la mano d'opera immigrata è un dato che merita di essere attentamente monitorato: da un lato, infatti, è segno dell’attenzione riservata al bisogno di impiego da parte di lavoratori “deboli”, e del fatto che le cooperative sono uno strumento di espansione occupazionale per le fasce meno forti del mercato del lavoro 305 ; dall’altro è anche un indicatore di specializzazione dell’impresa cooperativa in tipologie di attività poco qualificate, talvolta anche al confine con situazioni di sfruttamento, 306 come testimoniato oltretutto dall’attività degli organismi di vigilanza. 305 Ciò dipende anche dalla cultura che innerva le imprese cooperative e che si ripercuote sui modelli organizzativi: F. Battaglia, Cultura e modelli organizzativi dell’impresa cooperativa, "Rivista della cooperazione", n. 2, 2002. 306 Ciò può accadere in contesti di “cooperazione spuria”, che prima della legge n. 142 del 2001 venivano costruiti soprattutto con un uso disinvolto della figura del “socio-lavoratore”, onde eludere i vincoli posti dai contratti di lavoro. 212
7. I NUOVI SERVIZI PER L’IMPIEGO 1. PREMESSA A partire dalla metà degli anni Novanta, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico e la stessa Unione Europea 307 , impegnate a fronteggiare i problemi della disoccupazione, hanno individuato nei servizi all’impiego, pubblici e privati, i nodi operativi che più di altri possono favorire l'allargamento della base occupazionale. Con la Strategia europea per l’occupazione, varata nel 1997, il Consiglio Europeo di Lussemburgo ha sollecitato un rapido ammodernamento dei servizi pubblici per l’impiego, chiamati a intervenire selettivamente rispetto ad alcuni segmenti deboli del mercato del lavoro (disoccupati giovani e di lunga durata) e a monitorare lo stato di avanzamento delle politiche occupazionali. L’Italia, dove la disciplina dell'intermediazione di mano d'opera era un’esclusiva del sistema pubblico, e dove l’attività di collocamento consisteva soprattutto nell’espletamento burocratico di pratiche amministrative, ha avviato proprio nel 1997 una trasformazione che coinvolge molti istituti del mercato del lavoro e le strutture stesse del collocamento. Il Decreto Legislativo n. 469 del 1997 definisce le due grandi direttrici di cambiamento che hanno caratterizzato anche le altre realtà europee. La prima è il decentramento della gestione dei servizi all’impiego verso Regioni e Province, che rientra nei trasferimenti di competenze previsti dai cosiddetti "decreti Bassanini"; la seconda è il superamento del monopolio pubblico del collocamento, parzialmente anticipato dalla Legge n. 196 del 1997 che introdusse il lavoro interinale, e contemporanea alla sentenza con la quale la Corte di Giustizia Europea ha dichiarato illegittimo il monopolio pubblico del collocamento in Italia. Numerosi sono stati gli interventi normativi che hanno guidato la concreta realizzazione della riforma delineata allora. A distanza di due anni dal Decreto n. 469 entrano in vigore i provvedimenti che sopprimono le strutture periferiche del Ministero del Lavoro svolgenti servizi per l’impiego e che trasferiscono a Regioni ed Enti locali le risorse umane e strumentali loro appartenenti. Sempre nel 1999, la Legge n. 68 detta le nuove norme per il diritto al lavoro per le persone disabili nel quadro del decentramento amministrativo. Nel 2000 il Decreto Legislativo n. 181 ridefinisce lo stato di disoccupazione amministrativa, fissando una serie di azioni che i servizi all’impiego sono tenuti a svolgere per agevolare il re-inserimento lavorativo (colloqui di orientamento, proposte di adesione ad iniziative di inserimento lavorativo, di formazione, riqualificazione professionale, ecc.). Nel 2003 la 307 I testi più significativi di alcuni pronunciamenti: OIL, The role of private employment agencies in the functioning of labour markets, Report, VI, Geneva, 1994; OECD, Implementing the Oecd jobs strategy: assessing performance and policy, Paris, 1999; Commissione delle Comunità Europee, Modernizzare i servizi pubblici dell’impiego per sostenere la strategia europea per l’occupazione, 1998, http://europa.eu.int/comm/employment_social/empl_esf/docs/com641it.pdf. 213
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