Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro - Formez

essa consiste, per ora, nella raccolta e diffusione della domanda di lavoro
espressa dalle imprese, effettuata da gran parte dei Centri anche se
prevalentemente con modalità tradizionali tipo: affissione degli annunci in
bacheca, diffusione tramite stampa e pubblicizzazione tramite il sito
(quest’ultima modalità vale per circa la metà dei Centri). Dall'altro lato, la vera
e propria attività di mediazione si limita sempre più raramente alla semplice
fornitura alle imprese dell’elenco degli iscritti in possesso dei requisiti richiesti;
in prevalenza i rapporti con le imprese avvengono in modo tradizionale – via
telefono o fax, piuttosto che tramite incontri e/o visite – ma si stanno
diffondendo esperienze interessanti di servizi di pre-selezione per conto delle
aziende locali.
(Pur ritenendosi che l'intermediazione di mano d'opera sia il cuore dell’attività
dei Servizi all’impiego, e che la modernizzazione del mercato del lavoro passi
per la crescita dei canali di mediazione formali, va ricordato che nei Paesi dove
l’apertura ai privati funziona da tempo, la quota dei posti vacanti coperti con i
Servizi, pubblici o privati, si attesta sul 20-25% 314 . Se consideriamo che, alla
fine dello scorso decennio, il 7,7% di chi in Italia aveva trovato il primo lavoro
da dipendente nel settore privato vi era riuscito grazie ai servizi pubblici e il
5,2% grazie ad agenzie private (per lo più interinali), la distanza dalle più
avanzate realtà europee risulta meno abissale. Oltretutto, i meccanismi
spontanei del mercato e l’utilizzo di reti informali sono il canale prevalente di
accesso al lavoro, anche negli Stati Uniti 315 ).
- Gestione delle procedure amministrative. L’aspetto più rilevante considerato
nei Rapporti di monitoraggio riguarda l’applicazione dei Decreti legislativi n.
181 del 2000 e n. 297 del 2002, vera cartina di tornasole sul livello di
efficienza raggiunta dai servizi nel controllare e gestire il proprio bacino di
utenza operando l’attesa "pulizia" delle vecchie liste di iscritti nel
Collocamento. A più di tre anni dall’entrata in vigore del primo decreto e ad
oltre un anno dalla sua successiva revisione, il nuovo dispositivo risulta avviato
in oltre due terzi delle Province, mentre un 16% lo applica soltanto
parzialmente e un 15% non ha ancora iniziato la sua implementazione.
Soltanto in metà dei casi è stata completata la fase di autocertificazione della
disponibilità da parte dell’utenza. Che persistano notevoli difficoltà 316 emerge
anche dalla carenza di informazioni amministrative utili per l’attività di
monitoraggio delle politiche occupazionali e del lavoro svolta dal Ministero,
come mostra anche l’ultimo report statistico 317 .
Se è indubbio che le modifiche legislative recenti hanno portato alla
scomparsa di alcuni compiti, essenzialmente quelli legati al mantenimento delle
liste e delle varie graduatorie, molte altre incombenze sono rimaste inalterate,
314
E. Reyneri, I servizi pubblici per l’impiego: funzioni e ruoli professionali, "Diritto delle relazioni
industriali", n. 4, 2003.
315
H.J. Holzer, What employers want. Job prospect for less educated workers, New York, Russell Sage
Foundation, 1996.
316
Come rileva l’Isfol, i sistemi gestionali in uso nei Centri non hanno ancora reso operative le modifiche
normative sia per le diverse categorie di utenza, sia per le misure messe in atto dai servizi.
317
Si veda la nota I servizi pubblici per l’impiego. Un aggiornamento del quadro statistico, febbraio 2005
(http://www.welfare.gov.it ).
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