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Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro - Formez

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Per valutare l'impatto <strong>del</strong>la riforma si dovrà dunque osservare se si sia<br />

verificata una contrazione degli ex co.co.co. e in quale misura si possa<br />

attribuire a una trasformazione in lavoro dipendente. Su questa base sarà<br />

proponibile un giudizio sul raggiungimento <strong>del</strong>l’obiettivo da parte <strong>del</strong><br />

legislatore, che si era proposto di ricondurre a lavoro subordinato le<br />

collaborazioni impropriamente ed elusivamente collocate nel lavoro autonomo.<br />

Posto che una quota <strong>del</strong>le collaborazioni in atto nel 2003 sia cessata, o<br />

sia rimasta come prestazione occasionale, si dovrebbe poter stimare per<br />

questa via quante siano state stabilizzate con il contratto di lavoro dipendente<br />

e quante abbiano preso strade diverse, dalla trasformazione in prestazioni a<br />

carattere professionale (ditte individuali o professionisti “privi di cassa” con<br />

partita Iva) fino all’immersione nell’area <strong>del</strong> lavoro nero; e ciò, ferma restando<br />

la quota attorno al 12-15% a cui nella Pubblica amministrazione si applica la<br />

normativa precedente.<br />

Secondo un'apposita ricerca <strong>del</strong>l'Ires sulle collaborazioni che erano state<br />

oggetto di trasformazione tra l'ottobre 2003 e il settembre 2004, cioè prima<br />

<strong>del</strong> termine ultimo per la loro trasformazione, l’11% era stato convertito in<br />

contratto di lavoro subordinato (8,8% a tempo indeterminato e 2,2% a tempo<br />

determinato) 125 . Secondo l'indagine Isae, dalle intenzioni di assunzione al<br />

dicembre 2003, quando il 14,1% di imprese prevedeva l'uso di contratti a<br />

progetto (poco più di metà le avrebbe reperite fra le collaborazioni coordinate e<br />

continuative), il consuntivo 2004 era salito al 16,7% 126 .<br />

Da queste prime indagini appare dunque modesta la riduzione <strong>del</strong>lo stock di<br />

collaborazioni pre-esistenti alla riforma. Ciò da un lato non conforta l'ipotesi<br />

secondo cui le nuove norme avrebbero potuto drenare in modo consistente<br />

l’area di elusione data dalla dipendenza camuffata, e dall'altro non consente di<br />

fugare il sospetto di una certa riluttanza a operazioni che potevano tradursi in<br />

una confessione postuma di irregolarità, e quindi di colpa.<br />

A conforto di queste valutazioni viene anche la radiografia fornita<br />

dall’Istat sulle caratteristiche operative <strong>del</strong>le collaborazioni in fatto sia di<br />

autonomia organizzativa e d'orario, sia di committenza unica o molteplice.<br />

Combinando le diverse informazioni risulta che il 54,9% dei collaboratori<br />

"eroga la prestazione a favore di un esclusivo utilizzatore, presta la propria<br />

attività lavorativa in un luogo di pertinenza <strong>del</strong> committente ed è tenuto a<br />

seguire predeterminati schemi di orario” 127 . Tale percentuale risulta più elevata<br />

tra i giovani fino a 29 anni (66,3%), tra le donne (il 57,9%), e tra chi risiede<br />

125<br />

IRES-CGIL, Cosa ne è stato dei lavoratori parasubordinati; dalle collaborazioni coordinate e continuative<br />

al lavoro a progetto, mimeo, 26 ottobre 2004. Alquanto bassa risultava la quota di trasformazioni in<br />

rapporti professionali o in collaborazioni occasionali: poco più <strong>del</strong> 2% ciascuna. Fra i collaboratori cui<br />

era stata già rivolta una proposta per il prosieguo oltre la scadenza di Legge queste percentuali salivano<br />

rispettivamente al 16,5% e al 6,5%, mentre le trasformazioni in lavoro subordinato erano il 7,5%. Si<br />

consideri che il 30,6% dei collaboratori aveva cambiato datore di lavoro ma senza precisarne la nuova<br />

forma.<br />

126<br />

Si tratta di 438 imprese su 818, all’interno di un campione di 5.811 risposte (“Le innovazioni <strong>del</strong>la<br />

Legge Biagi e le intenzioni di assunzione <strong>del</strong>le imprese in un’indagine ad hoc <strong>del</strong>l’Isae” 2004, op. cit.)<br />

127<br />

ISTAT, Collaborazioni coordinate e continuative nella rilevazione sulle forze di lavoro, 21 marzo 2005.<br />

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