29% società di persone. Al Sud, invece, le imprese femminili sono più che nelle altre ripartizioni in forma di ditta individuale: sfiorano l’80% a fronte <strong>del</strong> 65,3% nel Nord-Ovest. Tab. 7 - Imprese femminili per forma giuridica, regione e ripartizione geografica 2002-2003 Società di capitali Società di persone Ditte individuali Altre forme v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % Valle d'Aosta 95 2,8 751 21,8 2.535 73,7 57 1,7 100 Piemonte 3.453 3,6 23.430 24,1 69.193 71,3 973 1,0 100 Lombardia 15.270 9,9 45.017 29,3 91.636 59,6 1.832 1,2 100 Liguria 1.417 3,9 8.122 22,5 26.243 72,6 346 1,0 100 Nord-Ovest 20.235 7,0 77.320 26,6 189.607 65,3 3.208 1,1 100 Friuli-V. G. 1.005 4,1 4.065 16,4 19.462 78,6 232 0,9 100 Trentino-A. A. 399 2,0 5.509 27,4 14.069 69,9 142 0,7 100 Veneto 4.902 5,2 23.695 25,4 64.214 68,7 612 0,7 100 Emilia-Romagna 4.565 5,5 17.946 21,7 59.368 71,8 816 1,0 100 Nord-Est 10.871 4,9 51.215 23,2 57.113 71,1 1.802 0,8 100 Toscana 4.595 5,6 19.569 23,9 56.990 69,5 845 1,0 100 Marche 1.498 4,1 7.285 20,0 27.270 74,9 338 0,9 100 Umbria 847 4,1 4.206 20,3 15.410 74,5 225 1,1 100 Lazio 6.329 6,9 11.360 12,4 72.400 79,1 1.450 1,6 100 Centro 13.269 5,8 42.420 18,4 172.070 74,6 2.858 1,2 100 Abruzzo 1.298 3,6 5.046 14,0 29.330 81,2 425 1,2 100 Molise 235 2,2 681 6,3 9.676 90,2 135 1,3 100 Campania 6.783 5,6 26.070 21,4 87.514 71,7 1.733 1,4 100 Puglia 3.082 3,8 7.506 9,3 68.661 85,3 1.250 1,6 100 Basilicata 314 1,9 1.034 6,2 15.033 89,8 351 2,1 100 Calabria 1.127 3,1 3.838 10,4 31.457 85,2 487 1,3 100 Sicilia 3.132 3,3 9.603 10,1 80.706 84,5 2.077 2,2 100 Sardegna 1.654 4,9 5.095 15,0 26.440 77,8 782 2,3 100 Mezzogiorno 17.625 4,1 58.873 13,6 348.817 80,6 7.240 1,7 100 ITALIA 62.000 5,3 229.828 19,6 867.607 73,9 15.108 1,3 100 FONTE: COME SOPRA I dati relativi all’anno di iscrizione al Registro <strong>del</strong>le imprese, che individuano l’età <strong>del</strong>le attività imprenditoriali, mostrano che le imprese guidate dalle donne sono piuttosto giovani: l'anzianità mediana, che sfiora il 48%, copre una fascia compresa tra 4 e 13 anni, ed è relativa quindi a imprese iscritte tra il 1990 e il 1999. Circa il 26% <strong>del</strong>le imprese è avviata al massimo da tre anni, cioè tra il 2000 e il 2003. Nel complesso, dunque, oltre il 73% <strong>del</strong>le imprese femminili è attiva da non più di una decina d’anni. “Ciò è dovuto, probabilmente, a un elevato turnover tra natalità e mortalità <strong>del</strong>le imprese, che non colpisce unicamente le imprese femminili” 172 . 172 Ivi, pag. 29. Tot ale 120
Il commercio e l’agricoltura sono i principali settori in cui operano imprese femminili: il primo ne comprende il 32% e il secondo circa il 24%. In totale, il 56% <strong>del</strong>le imprese femminili appartiene a questi due settori. La quota restante è distribuita in pochi altri rami di attività, in particolare: il 10,7% nel settore <strong>del</strong>le attività manifatturiere, il 9,6% nelle attività immobiliari, l’8,9% nei servizi sociali e personali, il 6,9% nel ramo alberghiero e <strong>del</strong>la ristorazione. Nel Mezzogiorno sono più elevate sia le quote di imprese femminili agricole che commerciali, che in alcune Regioni raggiungono livelli particolarmente alti: in Basilicata e in Molise la metà o più <strong>del</strong>le imprese femminili (rispettivamente il 50% e il 54%) appartiene al settore agricolo, contro l’8% circa <strong>del</strong>la Lombardia; in Calabria spicca invece la quota di imprese femminili che operano nel commercio, che raggiunge il 41%, contro meno <strong>del</strong> 22% nel Trentino-Alto Adige. La concentrazione settoriale <strong>del</strong>le imprese femminili, particolarmente accentuata nel Sud, nel Centro-Nord è più articolata, con quote significative anche: - nelle attività immobiliari, soprattutto nel Nord-Ovest e in particolare in Lombardia; - nelle attività manifatturiere, soprattutto nella “terza Italia” e dintorni, cioè in Toscana, Marche, Emilia-Romagna e Veneto (ma anche in Lombardia); - negli esercizi alberghieri e <strong>del</strong>la ristorazione, con quote che superano il 10% soltanto in quattro Regioni ma con un picco <strong>del</strong> 20% in Trentino Alto- Adige; - nei servizi sociali e personali, con una presenza mediamente più consistente nelle Regioni con grandi aree urbane (Tab. 8). Si conferma così che “l’imprenditoria femminile resta rigidamente limitata ad alcuni settori di attività: gli stessi in cui è più alta la presenza femminile nell’occupazione dipendente” 173 . Si tratta di un fenomeno da tenere ben presente quando si analizzano le difficoltà e i problemi <strong>del</strong>le imprese femminili (a cominciare dal tasso di sopravvivenza), che spesso sono legati al settore di attività e al territorio, più che al genere 174 . 173 M. Franchi, op. cit., pag. 143. 174 Lo sottolinea anche il quarto Rapporto Annuale <strong>del</strong>l’Osservatorio Europeo <strong>del</strong>le Piccole e Medie Imprese (1996), che approfondisce per la prima volta il ruolo <strong>del</strong>le donne evidenziando le limitate differenze tra uomini e donne operanti nello stesso settore, rispetto alle ampie differenze che connotano imprese maschili e femminili in settori diversi. 121
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