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Una parola tira l'altra - AM Cirese

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[1] Meglio poco che niente<br />

avremo<br />

I PROVERBI DI PREFERENZA 106<br />

[1a] Poco è preferibile a niente<br />

[1b] Avere poco è preferibile a (non) avere niente<br />

[1c] Che x abbia poco è preferibile a che x (non) abbia niente.<br />

E nel caso di<br />

[2] Meglio tardi che mai<br />

avremo, in modo appena un po' più complicato,<br />

[2b] Il verificarsi tardi è preferibile al non verificarsi mai<br />

[2c] Che un evento si verifichi tardi è preferibile a che quell'evento non si verifichi<br />

mai.<br />

Facendo ricorso allo strumentario della logica della preferenza 2 , possiamo indicare<br />

con la lettera maiuscola P la relazione essere preferibile e con le lettere minuscole w<br />

e w' due qualsiasi stati di cose espressi ciascunno da uno o più predicati o da una o<br />

più proposizioni; e possiamo quindi indicare lo schema generale dei proverbi di<br />

preferenza con l'espressione<br />

w P w'<br />

che si legge: lo stato di cose rappresentato da w è preferibile allo stato di cose<br />

rappresentato da w'.<br />

Ma lo schema wPw' sarebbe di scarsa utilità se non si determinasse più<br />

analiticamente che cosa di volta in volta rappresentino w e w'. E se si riuscisse a<br />

stabilire che in tutti o quasi tutti i proverbi di preferenza, w e w' presentano certe<br />

caratteristiche costanti, si riuscirebbe evidentemente anche a precisare meglio il<br />

concetto di proverbio di preferenza» (e forse anche il concetto stesso di «proverbio» 3 )<br />

Scopo di queste note è appunto di mostrare come un certo tipo di analisi giovi a<br />

mettere in luce che in un certo gruppo di proverbi di preferenza sono presenti le<br />

caratteristiche che qui appresso si indicano con solo riferimento a ai proverbi che<br />

operano scelte tra due beni (o tra due mali), ma che sono riconoscibili anche nei<br />

proverbi che operano scelte tra due modalità di uno stesso bene (o di uno stesso<br />

male), come meglio si vedrà più oltre.<br />

2 Vedi, tra gli altri, G. H. VON WRIGHT 1963 (The Logic of Preference) e N. RESCHER 1968<br />

(Topics in Philosophical Logic)<br />

3 Per alcuni tentativi di determinazione mi si consenta il rinvio a CIRESE 1968a, 1972m

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