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Una parola tira l'altra - AM Cirese

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Prepubblicazione *<br />

WELLERISMI E MICRO-RÉCITS 69<br />

la struttura delle definizioni.<br />

* Questo testo è stato letto in occasione del Simposio di Mitologia e Folklore<br />

(luglio 1971) organizzato dal Centro Internazionale di Semiotica e di Linguistica.<br />

1.<br />

In modo schematico e approssimativo possiamo dire che ci sono stati sostanzialmente<br />

due modi di dichiarare che cosa sia quel particolare "genere" di espressioni che<br />

diciamo proverbi.<br />

Il primo modo, diretto ed esplicito, è quello delle cosiddette definizioni; il secondo,<br />

implicito e «di fatto», è costituito dal contenuto effettivo delle raccolte. Nel primo<br />

caso si enunciano le condizioni cui si ritiene che un qualsiasi testo debba<br />

corrispondere per essere chiamato proverbio; nel secondo caso si raggruppano i testi<br />

che si ritiene siano dei proverbi.<br />

Nulla esclude, in linea di principio, che possa esserci perfetta coincidenza tra<br />

definizioni e raccolte, tra determinazioni intensionali o connotative e delimitazioni<br />

estensionali o denotative: i testi riuniti in una qualche raccolta possono benissimo<br />

soddisfare perfettamente le condizioni poste da una qualche definizione. Nella realtà,<br />

tuttavia le cose vanno altrimenti: al punto che la prima difficoltà in cui ci si imbatte<br />

studiando i proverbi è proprio quella di stabilire (sia pure in linea preliminare ma con<br />

un minimo di precisione) di che cosa ci si stia occupando o di che cosa ci si debba<br />

occupare.

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