Una parola tira l'altra - AM Cirese
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I PROVERBI DI PREFERENZA 125<br />
2) Quando si verifichi la seconda delle eventualità più sopra elencate, e cioè si abbia<br />
χ (k αβ) = 0<br />
ciò significa che l’incremento apportato da α è uguale all'incremento apportato da β,<br />
e ciò tanto nel caso che gli eventi confrontati siano ambedue bona (G + ), ambedue<br />
neutra (G = ) o ambedue 'mala' (G). α non è né meglio né peggio di β ed è dunque<br />
indifferente che si verifichi l'uno o l'altro (naturalmente sempre a parità di altre<br />
condizioni).<br />
Nel caso che il valore di χ sia 0, tra gli eventi considerati non sussiste la relazione di<br />
preferenza P, perché né il primo è preferibile al secondo né il secondo al primo.<br />
Dovremmo dunque scrivere<br />
α ∼P β (α P β v β P α)<br />
È da notare che leggere ∼P come "non è preferibile" può ingenerare equivoco, e cioè<br />
far pensare che ‘α non è preferibile a β’ comporti che β sia preferibile ad α; il che è<br />
invece falso in base alla definizione che si è data di ∼P. Questo simbolo va dunque<br />
letto più esattamente come 'non esiste o non sussiste la relazione P di preferenza'. E<br />
per evitare confusioni conveniamo di scrivere ≠P invece di ∼P , ossia stabiliamo che<br />
≠P ≡ ∼P<br />
in modo che<br />
α ≠P β<br />
significhi: non c'è preferenza tra α e β; α e β sono indifferenti (questo e quello per<br />
me pari sono ecc.).<br />
3) Nella terza eventualità, ossia<br />
χ(k αβ) < 0<br />
la differenza tra gli incrementi apportati da α e β è un numero negativo. Ciò significa<br />
che α è 'meno buono' di β, se si tratta di elementi di G + , o è ‘più cattivo' di β , se si<br />
tratta di elementi di G , ecc. In questi casi β è preferibile ad α , il che si scrive<br />
oppure<br />
β P α<br />
α P ∪ β