Una parola tira l'altra - AM Cirese
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Tali caratteristiche sono:<br />
I PROVERBI DI PREFERENZA 107<br />
in ciascun proverbio di preferenza del gruppo considerato, w e w' sono<br />
composti da una stessa coppia di proposizioni che possiamo indicare con p e q; in<br />
altre parole ogni wPw' opera su un universo di discorso UP costituito da due<br />
elementi, p e q, e cioè si ha:<br />
U/P= {p, q}<br />
per ogni wPw', tanto w quanto w' costituiscono quattro mondi possibili che<br />
sono generati dalla congiunzione di p e q, di volta in volta affermati o negati; in altre<br />
parole ogni wPw' opera entro il quadro seguente:<br />
w1: p& q (p è vero e q è vero )<br />
w2: p&~q (p è vero e q è falso)<br />
w3: ~p& q (p è falso e q è vero )<br />
w4: ~p&~q (p è falso e q è falso)<br />
in cui w1 ... w4 indicano i quattro mondi possibili, '&' rappresenta la congiunzione e<br />
(o et), e la tilde '~' designa la negazione non.<br />
c) è regola generale che tanto p quanto q compaiano affermati in w se e solo se<br />
compaiono negati in w'; ciò significa che tra tutti i 16 accoppiamenti che possono<br />
realizzarsi tra w1, w2, w3 e w4, i proverbi di preferenza utilizzano al massimo i<br />
seguenti quattro tipi (che indichiamo rispettivamente con P14, P23, P32, P41):<br />
tipo P14: w1Pw4 ossia ( p& q)P(~p&~q)<br />
tipo P23: w2Pw3 ossia (~p& q)P( p&~q)<br />
tipo P32: w3Pw2 ossia (~p& q)P( p&~q)<br />
tipo P41: w4Pw1 ossia (~p&~q)P( p& q)<br />
d) in modalità che si vedranno meglio più avanti (e che sono inerenti al<br />
proverbio in quanto eliminatore di incertezza, ossia in quanto erogatore di<br />
informazione) il proverbio di preferenza stabilisce quale debba considerarsi la<br />
graduatoria di preferibilità tra due valori, quando non sia possibile godere di<br />
ambedue, se positivi, o evitarli ambedue, se negativi. Se ad esempio si suppone che p<br />
e q siano valori entrambi positivi, e ~p e ~q valori entrambi negativi, è chiaro che w1<br />
(ossia p&q) costituisce la condizione ottima, e w4 (cioè ~p&~q) rappresenta la<br />
condizione pessima; ed è del tutto ovvio che la condizione ottima sia preferibile alla<br />
condizione pessima, e cioè che si abbia (p&q)P(~p&~q). Quando però non sia<br />
possibile avere la condizione ottima (p&q), e ovviamente non si desideri la<br />
condizione pessima (~p&~q), resta incerto quale sia la condizione intermedia da<br />
preferire: p&~q oppure ~p&q? Il proverbio di preferenza agisce proprio per eliminare<br />
tale incertezza stabilendo ora che valga (p&~q)P(~p&q), ora invece che valga<br />
(~p&q)P(p&~q), e cioè fissando pPq nel primo caso e qPp nel secondo.