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Una parola tira l'altra - AM Cirese

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I PROVERBI DI PREFERENZA 109<br />

Gli elementi che compaiono sono (lessicalmente) quattro: asino, vivo, dottore, morto;<br />

ma è subito evidente lo strettissimo legame semantico che c'è tra vivo e morto da un<br />

lato, e tra asino e dottore dall'altro. Il legame è anzi tanto stretto che si può parlare di<br />

due assi semantici, facilmente riconoscibili: l'asse dell'ESSERE IN VITA (o più<br />

semplicemente della VITA) nel primo caso, e l'asse del SAPERE nel secondo (la<br />

connessione e opposizione dottore/asino) veicola ovviamente il senso della<br />

connessione e opposizione colui che sa/colui che non sa, ossia sapiente/non<br />

sapiente). In altre parole i quattro elementi del proverbio [6] si dispongono alle due<br />

estremità, positiva e negativa. di due assi semantici, nel modo che segue:<br />

sapiente non sapiente<br />

⎯⎯⎯⎯⎯⎯⎯⎯⎯⎯⎯⎯<br />

SAPERE<br />

vivente non vivente<br />

⎯⎯⎯⎯⎯⎯⎯⎯⎯⎯⎯<br />

VIVERE<br />

E' allora molto semplice stabilire la convenzione:<br />

p: sapiente ∼p: non sapiente (ignorante)<br />

q: vivente ∼q: non vivente (morto)<br />

Dal che segue che il proverbio [6] attualizza il tipo P32 e cioè ha la forma<br />

w1Pw2 ossia (p&q)P(p&∼q)<br />

che si può leggere « non sapiente e vivente è preferibile a non vivente e sapiente » o<br />

simili.<br />

Non è ora difficile compiere un piccolo passo ulteriore. In base a uno dei principi<br />

della logica della preferenza 4 ,se vale (~p&q)P(p&~q), allora vale anche qPp. Nel<br />

caso del nostro proverbio [6] ciò significa che se si dichiara che «essere non sapiente<br />

e vivo è preferibile ad essere sapiente e morto», allora si dichiara anche che «essere<br />

vivo» è preferibile ad «essere sapiente» (ovviamente quando non sia possibile essere<br />

simultaneamente vivo e sapiente): il che potrebbe anche esprimersi nella forma<br />

[6d] Meglio vivente che sapiente<br />

che non è affatto una forma innaturale (v. p. es. il proverbio [3]: Meglio dotto che<br />

dottore) e che dichiara appunto l'essenziale del senso che il proverbio intende<br />

veicolare 5 .<br />

4 Cfr. VON WRIGHT 1963, p. 40; RESCHER 1968, p. 305.<br />

5 Tralasciamo qui il fatto che nel proverbio [3] e in altri vale anche che da qPp si può derivare -<br />

pP-q, e cioé da [6d]: Meglio vivente che sapiente si può ricavare [6e]: Meglio non sapiente che non

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