17.06.2013 Views

Una parola tira l'altra - AM Cirese

Una parola tira l'altra - AM Cirese

Una parola tira l'altra - AM Cirese

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

allora: lo scritto del 1972 sulla struttura delle definizioni che ho già ricordato,<br />

e quello sui wellerismi (Wellerismi e micro-récits) che prima di comparire in<br />

"Proverbium" e in "Lingua e stile" (1969-1970) era stato una comunicazione<br />

al Secondo seminario internazionale sui metodi di analisi del racconto<br />

tenutosi ad Urbino nel luglio del 1968 8 .<br />

Le strutture paremiologiche studiate nel ‘68-69, e negli scritti che ne<br />

dipendono, sono esclusivamente del tipo se … allora: enunciati assertivi, per i<br />

quali non occorrono logiche modali. Ma ve ne sono altre che invece le<br />

richiedono: è il caso dei proverbi che esprimono preferenze, e per i quali si<br />

deve far ricorso ad uno speciale tipo di logica: quella della preferenza,<br />

appunto. Mi appassionai all’argomento<br />

[Dire qui dello scritto dedicato ai festeggiamenti per Niko Kuret, in Slovenia,<br />

e poi comparso anche in “Sigma” per l’interessamento di Gian Luigi<br />

Beccaria; ma dire soprattutto del faticoso scritto di logica del 1975 (che<br />

rimase inedito e che qui ora pubblico): Tra due beni il maggiore, tra due mali<br />

il minore. Fu questo il lavoro che finalmente mi procurò un diciotto in logica,<br />

o forse un ventuno, da parte del mio maestro Ettore Casari: “hai adoperato il<br />

martello pneumatico per schiacciare noci“, mi disse; “ma comunque il<br />

martello funziona”, aggiunse. Ricordo ancora quanto mi sentii fiero.]<br />

[Dovrei anche dire dei proverbi che ho inventato: ‘A domande concrete,<br />

astratte risposte’. ’A testo laico, laica lettura’; ‘Meglio schematico che<br />

confuso’… Ora non me ne vengono in mente altri che pure ci furono; mi torna<br />

invece alla memoria il saggio di Santoli su che cose è un “falso” in materia di<br />

poesia popolare: attribuire una tradizionalità che non c’è (qualità<br />

extratestuale); basta usare l’asterisco come si fa per l’indoeuropeo, e il falso<br />

cessa d’esserci; vale anche per i proverbi “inventati”; e tra questi mi verrebbe<br />

da ricordarne uno di Carpitella: ‘strambotto di sera, struttura di spera’; ed uno<br />

di Nanni Pirodda: ‘tanto va <strong>Cirese</strong> al sardo, che ci lascia lo zampino’]<br />

ecc. ecc. ecc.<br />

8 La memoria torna con affetto al libro di Giovanni Tucci, Dicette<br />

Pulicenella, prima raccolta consistente di wellerismi, che ebbe una certa<br />

eco (la Recensione a tre voci di Colajanni, Mango e Pettenati che menziono<br />

altrove) e che mi fornì stimolo e materia alle osservazioni del 1967 (Ottimo<br />

disse …e vomitò) che preludono al saggio del ‘68-70.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!