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Una parola tira l'altra - AM Cirese

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I PROVERBI DI PREFERENZA 114<br />

(b&q)P(b&p)<br />

e cioè: un bene certo è preferibile a un bene grande, ossia: in materia di beni, la<br />

certezza è preferibile alla consistenza. Che è appunto l'essenziale del senso che il<br />

proverbio [5] intende trasmettere.<br />

E sarà anche chiaro, a questo punto, che la restrizione espressa dalle parole « in<br />

materia di beni » è del tutto analoga a quella che per il proverbio [3] si esplicitava<br />

nelle parole « in materia dí sapere » venute in luce quando dalla opposizione<br />

sapere/laurea eravamo passati a cogliere l'opposizione soggiacente<br />

sostanza/apparenza. E come già nel caso di sostanza e apparenza, riesce facile<br />

vedere che la preferibilità della certezza rispetto alla consistenza vale solo nel caso<br />

che il problema si ponga a proposito di un bene.<br />

***<br />

Ma cosa accadrebbe se la restrizione fosse sui mali iinvece che sui beni? Non è<br />

difficile prevedere che le graduatorie di preferibilità si rovescerebbero; né sarebbe<br />

difficile giungere al risultato per via astratta. Tuttavia può riuscire più utile, anche se<br />

più lungo, avvalersi di un esempio concreto: quello offertoci dalla coppia di proverbi<br />

[7] e [8] che dicono:<br />

[7] Meglio una festa che cento festicciole<br />

[8] Meglio cento beffe che un danno.<br />

Come è evidente, in [7] festa e festicciola stanno tra loro nel rapporto che c'è tra una<br />

cosa grande ed una piccola; ed altrettanto avviene in [8] per danno e beffe. Possiamo<br />

dunque riconoscere tanto in [7] quanto in [8] la presenza di uno stesso asse<br />

semantico: quello della CONSISTENZA. Inoltre, tanto in [7] quanto in [8], uno e<br />

cento indicano ovviamente la FREQUENZA di un evento. Per ambedue i proverbi,<br />

perciò, possiamo stabilire la seguente convenzione:<br />

p: grande ~p: piccolo<br />

q: frequente ~q: infrequente<br />

Avremo dunque i seguenti schemi:<br />

[7] (p&~q) P (~p&q)<br />

[8] (~p&q) P (p&~q)<br />

da cui discendono conseguenze opposte:<br />

[7] pPq, ossia meglio la consistenza che la frequenza

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