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Una parola tira l'altra - AM Cirese

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(20).Ogni proverbio ha la sua propria formula, ma tutti ne hanno una, ed<br />

un'aria comune, pur nella diversità del metro e delle assonanze. E in questa<br />

formula, in questi schemi metrici e sintattici si può ritrovare agevolmente, io<br />

credo, il corrispondente stilistico di quella “ingenuità morale” (per riprendere<br />

l'espressione crociana), di quella assenza di dialettica, di quel sembrare ma<br />

non essere conclusione di un lungo investigare filosofico, di quell'essere o<br />

meglio di quel presentarsi come verità date tutte d'un colpo e non conquistate<br />

per successivi sviluppi, che è appunto l'essenziale della loro natura.<br />

E la varietà dei contenuti che le formule proverbiali possono racchiude re<br />

illustra anch'essa questo fondamentale loro carattere. Giacché se alcune<br />

fissano consuetudini sociali o giuridiche, ed altre si legano all'avvicendarsi<br />

delle piogge e del sole o delle operazioni agricole, ed altre ancora giudicano<br />

dei caratteri o suggeriscono i comportamenti, tutte però esprimono in forma<br />

apodittica il convincimento, e sono così immobili e salde nella loro interiore<br />

staticità che sopportano, senza frantumarsi ma senza evolvere, le<br />

contraddizioni più palesi. Che anzi l'esistenza di massime tra loro in<br />

contrasto, e pur tuttavia giudicate egualmente autorevoli, è cosa connaturata<br />

alla loro funzione ed essenza. La pretesa di assolutezza che interiormente li<br />

governa consente loro di fermare solo aspetti parziali della verità e delle cose,<br />

ed altri aspetti parziali di necessità si contrappongono ai primi, e tutti si<br />

fronteggiano egualmente statici e senza possibilità di integrazione in mobili<br />

verità più ampie. E poi, giacché il più dei proverbi soccorre nelle varie e<br />

mutabili contingenze non tanto a determinare il comportamento (pur se anche<br />

tale funzione essi compiano in modo più o meno diretto), quanto a rivestire di<br />

autorità quasi sacrale le decisioni già prese per ben più immediate ragioni, la<br />

varietà e mobilità di queste ragioni di necessità deve produrre formule diverse<br />

e magari contraddittorie, che rendano appunto ciascuna di esse conforme ad<br />

una saggezza extratemporale.<br />

E c'è nei Malavoglia una pagina che par quasi cogliere sul vivo il senso<br />

mitico che si distende a sorreggere ed a giustificare i proverbi, e che in essi si<br />

esprime:<br />

- Che vuol dire che il mare ora è verde, ed ora è turchino, e<br />

un'altra volta è bianco, e poi nero come la sciara, e non è sempre<br />

di un colore come dell'acqua che è? - chiese Alessi.<br />

-È la volontà di Dio, - rispose il nonno, - così il marinaio sa<br />

quando può mettersi in mare senza timore, e quando è meglio non<br />

andarci.<br />

- Quei gabbiani hanno una bella sorte, che volano sempre in alto,<br />

e non hanno paura delle ondate, se il mare è in tempesta.<br />

- Allora non hanno da mangiare nemmeno loro, povere bestiole.

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