Una parola tira l'altra - AM Cirese
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I PROVERBI DI PREFERENZA 119<br />
Le note che seguono vorrebbero essere appunto un primo passo in questa direzione.<br />
Ma va sottolineato che esse sono soprattutto il tentativo che chi scrive ha compiuto<br />
per familiarizzarsi personalmente con l'uso degli strumenti della logica della<br />
preferenza, a partire principalmente da alcune formulazioni di N. Rescher, Topics in<br />
Philosophical Logic, Dordrecht 1968, cap. XV ("The Logic of Preference"). Le strade<br />
che si sono seguite per determinare le diverse nozioni che si pensa siano necessarie<br />
per lo studio delle forme proverbiali in esame sono probabilmente troppo tortuose (e<br />
superflue o magari anche errate) da un punto di vista strettamente logico. E il tutto,<br />
naturalmente, non pretende di andare al di là dei limiti di una modesta 'esercitazione'.<br />
2.<br />
Sia V l'insieme degli 'eventi' che possono verificarsi in una qualsiasi delle situazioni<br />
che sono elementi di un qualche insieme Z.<br />
Siano p1. p2, … , pn (e, semplificando, p, q, r, ...) le proposizioni che descrivono gli<br />
eventi x1, x2, …, xn dell'insieme V; siano inoltre α, β, ... le metavariabili<br />
proposizionali che stanno in luogo sia di proposizioni atomiche p, q, r ecc., sia delle<br />
loro congiunzioni (p&q), disgiunzioni (pvq) ecc.<br />
Sia ϕ una funzione che associa a ogni 'situazione k 1 ('sitk') un indice numerico che<br />
rappresenta il valore che alla situazione stessa viene assegnato secondo una certa<br />
scala di apprezzamenti valida in un certo gruppo:<br />
ϕ (sitk) = j<br />
con j maggiore o minore o uguale a 0.<br />
Tra i diversi 'momenti' in cui può assegnarsi un valore (e un indice di<br />
valore) ad una qualsiasi situazione, qui interessano in modo speciale il<br />
'momento' che precede e quello che segue il verificarsi di un evento x ε ν,<br />
rappresentato da α, β, .....<br />
Conveniamo di chiamare 'before α' e 'after α' questi due momenti (ossia,<br />
rispettivamente, quello che precede l'evento e quello che lo segue) e di abbreviare i<br />
nomi scrivendo rispettivamente 'bef α ' e 'aft α', per cui si avrà che le espressioni<br />
ϕ (sit k aft α) = a<br />
ϕ (sit k bef α) = b<br />
significano che il valore della situazione k dopo il verificarsi di α è<br />
uguale ad a, mentre il valore della stessa situazione k prima del<br />
verificarsi di α è uguale a b (con a uguale, maggiore o minore rispetto<br />
a b).<br />
Per rapidità di notazione stabiliamo inoltre di scrivere ϕa e ϕb secondo la seguente<br />
convenzione:<br />
ϕa (k α) = n ϕ (sitk aft α ) = n<br />
ϕb (k α) = n ϕ (sitk bef α) = n