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Rapporto finale - Metodologie di Monitoraggio dell ... - Momar

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per programmi <strong>di</strong> monitoraggio finalizzati a evidenziare sintomi <strong>di</strong> degrado<br />

<strong>dell</strong>’habitat sia per attestare l’efficacia <strong>di</strong> progetti <strong>di</strong> ripristino.<br />

4.1 Il monitoraggio <strong>dell</strong>e acque<br />

Per il monitoraggio <strong>dell</strong>e acque, sono state sperimentate tecniche <strong>di</strong> accumulo<br />

passivo <strong>di</strong> metalli pesanti su apposite resine, <strong>di</strong> bioaccumulo nei mitili, tecniche<br />

ecotossicologiche e basate sull’impiego <strong>di</strong> biomarkers.<br />

4.1.1 L’uso <strong>di</strong> biomarker (CIBM - Dipartimento <strong>di</strong> Morfologia Umana e<br />

Biologia Applicata, sezione <strong>di</strong> Biologia e Genetica Università <strong>di</strong> Pisa.- : Marco<br />

Nigro, Giada Frenzilli, Vittoria Scarcelli, Patrizia Gui<strong>di</strong>, Margherita<br />

Bernardeschi)<br />

Negli ultimi 20-30 anni <strong>di</strong> ricerca ecotossicologica si è consolidata la<br />

convinzione che una corretta valutazione <strong>dell</strong>a qualità ambientale non possa<br />

prescindere dall’utilizzo <strong>di</strong> dati biologici in aggiunta al più classico impiego <strong>di</strong><br />

parametri chimico-fisici. Questo approccio nato intorno al concetto <strong>di</strong><br />

organismo bioin<strong>di</strong>catore, ha gradualmente ampliato il numero <strong>di</strong> strumenti<br />

de<strong>di</strong>cati alla <strong>di</strong>agnosi ambientale, con una serie sempre più <strong>di</strong>versificata <strong>di</strong><br />

risposte biologiche indotte dallo stress ambientale in organismi “sentinella”,<br />

appartenenti a popolazioni naturali o appositamente “trapiantati” nell’area<br />

oggetto <strong>dell</strong>’indagine. In particolare, gli effetti misurabili ai livelli più bassi<br />

<strong>dell</strong>’organizzazione biologica (molecolare, cellulare, fisiologico), detti biomarker<br />

hanno polarizzato l’interesse degli ecotossicologi in quanto costituiscono<br />

efficaci strumenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi e prognosi ambientale, cioè possono fornire<br />

segnali precoci <strong>di</strong> allarme e prevedere lo sviluppo <strong>dell</strong>o stato <strong>di</strong> salute <strong>di</strong> un<br />

ecosistema al permanere dei fattori <strong>di</strong> stress. Inoltre, la misura <strong>di</strong> biomarker<br />

specifici, in organismi che vivono in ambienti contaminati, può evidenziare la<br />

presenza <strong>di</strong> alcune classi <strong>di</strong> sostanze pericolose per la salute umana, materia<br />

del D.M. 367/2003 come, ad esempio, quelle in grado <strong>di</strong> provocare danni al<br />

DNA (sostanze genotossiche e/o cancerogene). Pertanto, l’uso <strong>di</strong> biomarker<br />

rappresenta un valido supporto per l’approccio analitico, che può essere reso<br />

<strong>di</strong>fficoltoso a causa <strong>dell</strong>e concentrazioni basse <strong>di</strong> alcune sostanze inquinanti<br />

nelle matrici abiotiche (acqua, se<strong>di</strong>menti), che tuttavia risultano in grado <strong>di</strong><br />

provocare effetti biologici in conseguenza all’esposizione cronica e/o a causa <strong>di</strong><br />

effetti sinergici legati alla presenza <strong>di</strong> miscele complesse <strong>di</strong> contaminanti.<br />

Nell’ambito del progetto MOMAR abbiamo voluto mettere a confronto alcuni<br />

biomarker, basati su alterazioni genotossiche e cellulari, comunemente impiegati<br />

nel monitoraggio marino, verificandone l’efficacia ed evidenziandone le<br />

criticità, in modo da trarne suggerimenti e proposte per migliorare le procedure<br />

<strong>di</strong> monitoraggio <strong>dell</strong>a qualità <strong>dell</strong>’ambiente marino costiero.<br />

Organismo utilizzato e <strong>di</strong>segno sperimentale<br />

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