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Rapporto finale - Metodologie di Monitoraggio dell ... - Momar

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ad un campionamento puntuale del sistema, progettato per determinare gli<br />

elementi più rilevanti. È importante riconoscere che queste determinazioni in<br />

situ sono estremamente preziose, anche se costose, e per <strong>di</strong>ventare uno<br />

strumento <strong>di</strong> gestione significativo devono essere attuate a intervalli regolari.<br />

Tuttavia, un approccio in situ può raramente sostenere la frequenza <strong>di</strong><br />

ripetizione e la copertura spaziale che sono necessarie per supportare pratiche<br />

<strong>di</strong> gestione efficaci in zone vulnerabili, in cui è necessario un monitoraggio più<br />

intensivo. Il telerilevamento satellitare è particolarmente efficace<br />

nell’in<strong>di</strong>viduare le proprietà <strong>dell</strong>'acqua a scale appropriate, perché il colore <strong>di</strong><br />

un corpo idrico, registrato da un satellite, <strong>di</strong>pende dalla capacità dei costituenti<br />

<strong>dell</strong>'acqua <strong>di</strong> assorbire e <strong>di</strong>ffondere le ra<strong>di</strong>azioni solari a lunghezze d'onda<br />

specifiche, perciò risulta possibile analizzare la <strong>di</strong>stribuzione e le <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong><br />

alcuni parametri biogeochimici e fisici, quali ad esempio clorofilla a, SPM, SST<br />

(Sea Surface Temperature) nello strato superficiale.<br />

In questa ottica durante il progetto MOMAR, tramite la collaborazione tra<br />

LaMMA, Ifremer e CIBM – Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Firenze, è stata effettuata la<br />

caratterizzazione ecologica <strong>dell</strong>’area oggetto <strong>dell</strong>o stu<strong>di</strong>o (da 7° a 12 °E, da 38° a<br />

45° N), insieme a rilievi bio-ottici (riflettanze, assorbimenti e retro<strong>di</strong>ffusioni); i<br />

dati sono stati utilizzati per verificare le performance <strong>di</strong> quattro algoritmi che<br />

stimano la concentrazione <strong>di</strong> clorofilla a da dati satellitari MODIS: OC3M<br />

(O’Reilly et al., 2000), MedOC3 (Santoleri et al., 2008), OC5 (Gohin et al., 2002) e<br />

SAM_LT (Maselli et al., 2009).<br />

È stato perciò approntato un sistema semioperativo <strong>di</strong> monitoraggio <strong>dell</strong>a<br />

qualità <strong>di</strong> queste acque basato sulle concentrazioni <strong>dell</strong>a biomassa<br />

fitoplanctonica, stimata me<strong>di</strong>ante la concentrazione dei tre principali costituenti<br />

otticamente attivi (assorbono e <strong>di</strong>ffondono la ra<strong>di</strong>azione sottomarina): il<br />

fitoplancton con il suo contenuto pigmentario ed in particolare con quello<br />

principale - la clorofilla a, la sostanza organica <strong>di</strong>sciolta o CDOM <strong>di</strong> origine<br />

continentale o marina, ed il particellato in sospensione o SPM (Suspended<br />

Particulate Matter) derivante, oltre che dall’attività biologica, dagli apporti<br />

fluviali o dalla risospensione dei se<strong>di</strong>menti depositati sul fondale a causa del<br />

moto ondoso. I dati sono stati raccolti durante le campagne oceanografiche<br />

MOMAR, MELBA e Milonga, effettuate all’interno del progetto stesso.<br />

Le acque <strong>dell</strong>’Arcipelago Toscano mostrano evidenti peculiarità ottiche in gran<br />

parte legate alle caratteristiche geomorfologiche ed idro<strong>di</strong>namiche <strong>dell</strong>’area <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong>o. Queste acque infatti insistono sulla piattaforma continentale che si<br />

estende in quest’area per molti chilometri verso il mare, costituendo un bacino<br />

con ridotto idro<strong>di</strong>namismo e scambi rispetto alla circolazione generale tirrenica<br />

e ligure. In questa situazione gli apporti dei principali fiumi <strong>dell</strong>a Toscana ed i<br />

fenomeni <strong>di</strong> risospensione danno un contributo significativo <strong>di</strong> SPM, CDOM e<br />

nutrienti nelle acque superficiali. Questi contributi influenzano l’ecologia e le<br />

proprietà ottiche <strong>dell</strong>’area. Le acque antistanti la regione Toscana risultano<br />

dunque da un punto <strong>di</strong> vista ottico <strong>di</strong>fficilmente classificabili poiché presentano<br />

caratteristiche interme<strong>di</strong>e tra le tipiche acque costiere e le acque del largo,<br />

generalmente più trasparenti e poco influenzate dagli apporti <strong>di</strong> materiali<br />

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