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Rapporto finale - Metodologie di Monitoraggio dell ... - Momar

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(PAR). Inoltre, la valutazione <strong>dell</strong>a fisiologia e <strong>dell</strong>a composizione dei<br />

popolamenti fitoplanctonici anche tramite dati da satellite sono potenzialmente<br />

importanti al fine <strong>dell</strong>a stima <strong>dell</strong>a produzione primaria.<br />

Le metodologie <strong>di</strong> stima <strong>dell</strong>a produzione primaria che si basano su<br />

algoritmi standard sviluppati per un monitoraggio globale possono tuttavia<br />

essere inaccurate, a causa <strong>dell</strong>e numerose fonti <strong>di</strong> errore che possono<br />

influenzarle e <strong>dell</strong>’elevata variabilità spazio-temporale dei fenomeni osservati.<br />

In questo contesto risulta <strong>di</strong> fondamentale importanza calibrare e validare<br />

localmente le metodologie <strong>di</strong> stima <strong>dell</strong>a produttività primaria marina, così da<br />

considerare l’elevata variabilità spaziale e temporale dei processi che la<br />

determinano. Questo consentirà una migliore comprensione, e <strong>di</strong> conseguenza<br />

mo<strong>dell</strong>izzazione, <strong>dell</strong>e relazioni esistenti tra proprietà ottiche telerilevate e<br />

variabili biologiche in situ, con valenza <strong>di</strong> tipo generale. Il raggiungimento <strong>di</strong><br />

tale scopo deve essere basato su <strong>di</strong> una conoscenza approfon<strong>di</strong>ta <strong>dell</strong>e<br />

caratteristiche ambientali e biologiche del mare indagato oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o,<br />

nonché su esperienze consolidate <strong>di</strong> elaborazione dei dati telerilevati dai vari<br />

sistemi satellitari.<br />

A questo proposito sono da evidenziare alcuni aspetti critici da<br />

approfon<strong>di</strong>re per uno sviluppo futuro:<br />

1. Valutare le performances degli algoritmi che, sulla base <strong>di</strong> immagini<br />

satellitari a risoluzione me<strong>di</strong>o-bassa, possono stimare le concentrazioni dei<br />

costituenti marini otticamente attivi, come in particolare il fitoplancton (rif.<br />

Capitolo 6) che guidano la produzione primaria marina.<br />

2. Valutare le stime dai vari tipi <strong>di</strong> sensori satellitari <strong>dell</strong>a ra<strong>di</strong>azione<br />

fotosinteticamente <strong>di</strong>sponibile (PAR) in relazione alle misure <strong>dell</strong>e stazioni<br />

meteorologiche.<br />

3. Sviluppare un metodo per valutare le variazioni <strong>di</strong> efficienza fotosintetica<br />

dei popolamenti fitoplanctonici locali, basato sull’uso integrato <strong>di</strong> misure in situ<br />

<strong>di</strong> fluorescenza variabile, assorbimento e <strong>di</strong> immagini da satellite.<br />

4. Utilizzare le stime precedentemente ottenute per una valutazione<br />

localmente calibrata <strong>dell</strong>a produttività primaria fitoplanctonica.<br />

5. Possibilità <strong>di</strong> rendere pubbliche le informazioni riguardanti <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong><br />

biomassa fitoplanctonica e produzione primaria in tempo quasi reale per<br />

utilizzarle ai fini del monitoraggio <strong>dell</strong>e con<strong>di</strong>zioni del mare, per aumentare le<br />

conoscenze sul ciclo e sul bilancio del carbonio ed anche come servizio utile a<br />

quanti professionalmente sono interessati alle risorse biologiche dei mari <strong>dell</strong>a<br />

Toscana.<br />

Uno dei punti basilari nei mo<strong>dell</strong>i <strong>di</strong> stima <strong>dell</strong>a produzione primaria è<br />

che le stime <strong>di</strong> clorofilla basate su dati satellitari siano atten<strong>di</strong>bili. Come noto<br />

l’utilizzo <strong>di</strong> algoritmi standard nel Mar Me<strong>di</strong>terraneo ha evidenziato vari<br />

problemi <strong>di</strong> sovrastima <strong>dell</strong>a concentrazione <strong>dell</strong>a clorofilla, analogamente ed<br />

in maniera più marcata gli stessi problemi sono stati verificati anche nei mari<br />

toscani, che risultano particolarmente <strong>di</strong>fficili da analizzare per la loro<br />

complessità ottica relativa agli scarsi scambi con i bacini circostanti ligure e<br />

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