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Rapporto finale - Metodologie di Monitoraggio dell ... - Momar

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• sono stati integrati nel tempo gli effetti <strong>dell</strong>a presenza <strong>di</strong> eventuali tossici e<br />

<strong>dell</strong>e loro interazioni con altri fattori ambientali, permettendo<br />

un’interpretazione più realistica <strong>dell</strong>o “stato” dei siti oggetti <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o,<br />

confermando la scelta del sito <strong>di</strong> raccolta degli organismi quale sito <strong>di</strong><br />

controllo a mare;<br />

• l’impiego dei materiali utilizzati, senza costi ulteriori rispetto al classico<br />

approccio <strong>di</strong> laboratorio, non comporta particolari risorse economiche<br />

aggiuntive.<br />

Tuttavia sono emerse anche alcune criticità, soprattutto da un punto <strong>di</strong> vista<br />

logistico:<br />

• maggiore impiego <strong>di</strong> tempo legato alla conduzione <strong>dell</strong>e prove in campo;<br />

• necessità <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni meteo-marine non eccessivamente perturbate nell’area<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e durante il periodo d’esposizione, in particolare nel momento <strong>dell</strong>a<br />

messa in campo e del recupero <strong>dell</strong>a sonda biologica;<br />

• rischio <strong>di</strong> furti o danneggiamento dei materiali.<br />

In aggiunta, nel corso <strong>dell</strong>o stu<strong>di</strong>o sono emerse alcune <strong>di</strong>fficoltà dovute alla<br />

carenza <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> confronto e <strong>di</strong> protocolli standar<strong>di</strong>zzati. Ciò ha accresciuto<br />

l’impegno nell’esecuzione <strong>dell</strong>e prove. In quest’ottica, il presente stu<strong>di</strong>o,<br />

costituisce un primo passo verso un possibile sviluppo <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> standard che<br />

facilitino una maggiore <strong>di</strong>ffusione <strong>dell</strong>’approccio in situ.<br />

4.1.3 Gli accumulatori passivi <strong>di</strong> metalli pesanti (CIBM: Rossana Scerbo,<br />

Corrado Barghigiani)<br />

Anche nella colonna d'acqua, come nei se<strong>di</strong>menti, mobilità, bio<strong>di</strong>sponibilità e<br />

tossicità degli elementi in traccia sono determinate dalla speciazione. Per una<br />

corretta valutazione <strong>dell</strong>a qualità ambientale è quin<strong>di</strong> importante poter<br />

determinare la concentrazione <strong>dell</strong>a <strong>di</strong>verse specie chimiche con cui questi<br />

contaminanti sono presenti ed effettuare misure integrate nel tempo,<br />

superando così il problema <strong>dell</strong>a limitatezza <strong>dell</strong>'informazione legato alle<br />

misure puntiformi.<br />

Nel 1994 Davison e Zhang <strong>dell</strong>'università <strong>di</strong> Lancaster hanno messo a punto la<br />

tecnica dei DGT (Diffusive Gra<strong>di</strong>ents in Thin films), accumulatori passivi per lo<br />

stu<strong>di</strong>o <strong>dell</strong>a speciazione degli elementi in traccia nelle acque naturali (Davison<br />

e Zhang 1994). Questa tecnica consente, me<strong>di</strong>ante l'esposizione in situ degli<br />

accumulatori, la misura <strong>dell</strong>a frazione <strong>di</strong>sciolta dei metalli, considerata la più<br />

rappresentativa <strong>dell</strong>a frazione potenzialmente bio<strong>di</strong>sponibile.<br />

Il periodo <strong>di</strong> esposizione può variare da poche ore ad alcuni mesi a seconda del<br />

livello <strong>di</strong> contaminazione <strong>dell</strong>e acque da monitorare. Oltre al vantaggio <strong>di</strong><br />

fornire una misura integrata nel tempo, la preconcentrazione sui DGT degli<br />

elementi in traccia consente <strong>di</strong> superare le <strong>di</strong>fficoltà dovute al fatto che spesso<br />

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