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Rapporto finale - Metodologie di Monitoraggio dell ... - Momar

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marino entro il 2020” 8 ovvero uno stato ecologico che consenta <strong>di</strong> preservare la<br />

<strong>di</strong>versità ecologica, le specie e gli habitat e la bio<strong>di</strong>versità, un ambiente marino<br />

pulito, sano e produttivo e un utilizzo <strong>dell</strong>a risorsa marina che sia sostenibile.<br />

Sulla necessità <strong>di</strong> una politica integrata sul monitoraggio marino e marittimo si è<br />

espressa nuovamente la Commissione nel 2009 nella comunicazione “Verso<br />

l'integrazione <strong>dell</strong>a sorveglianza marittima: un sistema comune per la con<strong>di</strong>visione<br />

<strong>dell</strong>e informazioni sul settore marittimo <strong>dell</strong>’UE” in cui essa in<strong>di</strong>vidua tre aspetti<br />

cruciali che fanno sì che il monitoraggio marittimo e marino rimanga ancora oggi<br />

gestito in maniera inefficiente da autorità settoriali. In primo luogo vi è il fatto che<br />

quasi sempre le informazioni sono raccolte a <strong>di</strong>versi livelli (internazionale,<br />

comunitario, nazionale, locale) con sistemi <strong>di</strong>versi moltiplicando così la ricerca per<br />

arrivare agli stessi risultati. Il tutto aggravato dalla frequente mancanza <strong>di</strong> accor<strong>di</strong><br />

necessari per lo scambio dei dati. Il secondo limite è <strong>di</strong> tipo giuri<strong>di</strong>co in quanto i<br />

<strong>di</strong>versi sistemi <strong>di</strong> sorveglianza marittima sono stati elaborati sulla base <strong>di</strong> normative<br />

settoriali sia internazionali sia comunitarie rendendo quin<strong>di</strong> complessa la loro<br />

integrazione reciproca. Infine, gli Stati devono far fronte a minacce spesso<br />

transnazionali e transettoriali e ciò complica ulteriormente il quadro <strong>di</strong> intervento.<br />

Alla luce <strong>di</strong> ciò, la Commissione raccomanda una maggiore integrazione <strong>dell</strong>a<br />

sorveglianza marittima attraverso la creazione <strong>di</strong> un sistema comune per la<br />

con<strong>di</strong>visione <strong>dell</strong>e informazioni, lo sviluppo <strong>di</strong> un quadro tecnico non gerarchico per<br />

i sistemi <strong>di</strong> monitoraggio e <strong>di</strong> sorveglianza marittima che sia in grado <strong>di</strong> facilitare la<br />

raccolta, la <strong>di</strong>ffusione, l’analisi e la gestione dei dati e un maggiore scambio <strong>di</strong><br />

informazioni tra autorità civili e militari. Il tutto anche attraverso la rimozione degli<br />

ostacoli allo scambio <strong>di</strong> dati imposti da <strong>di</strong>sposizioni giuri<strong>di</strong>che specifiche<br />

comunitarie e nazionali.<br />

Contemporaneamente nel febbraio 2009 è stato lanciato il progetto Pegaso,<br />

finanziato dall’Unione Europea, che dovrebbe contribuire, attraverso stu<strong>di</strong> scientifici,<br />

all’implementazione del protocollo per una Gestione Integrata <strong>dell</strong>a Zona Costiera<br />

(ICZM) adottato nel 2008 da cinque Paesi e dall’Unione Europea per far sì che una<br />

grande varietà <strong>di</strong> soggetti lavorino insieme per promuovere una migliore gestione<br />

<strong>dell</strong>e coste e dei mari europei. L’obiettivo prioritario del progetto Pegaso è quello <strong>di</strong><br />

mettere in confronto le capacità esistenti e <strong>di</strong> produrre informazioni aggiornate sulle<br />

aree costiere e marine fornendo allo stesso tempo strumenti per il loro trasferimento<br />

ai vari paesi il cui feed-back servirà a propria volta per la ricerca scientifica.<br />

Nel settembre 2010 la Commissione ha proposto inoltre un piano d’azione per un<br />

miglior utilizzo <strong>dell</strong>e conoscenze scientifiche attraverso un approccio più coor<strong>di</strong>nato<br />

in materia <strong>di</strong> raccolta e assemblaggio dei dati relativi all’ambiente marino al fine <strong>di</strong><br />

rendere più semplice e meno costoso l’utilizzo dei dati oceanografici, aumentare la<br />

concorrenza e l’innovazione fra gli utilizzatori e migliorare l’affidabilità dei dati. Tali<br />

8 Parlamento Europeo e Consiglio, Direttiva 2008/56/CE, Direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente<br />

marino, 2008, pag. 25, <strong>di</strong>sponibile in www.eurlex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2008:164:0019:0040:IT:PDF<br />

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