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Rapporto finale - Metodologie di Monitoraggio dell ... - Momar

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4.2.2 Bioaccumulo <strong>di</strong> metalli pesanti in organismi autoctoni <strong>dell</strong>e coste<br />

sabbiose, stu<strong>di</strong>o <strong>dell</strong>a speciazione e confronto con un test <strong>di</strong> bioaccumulo in<br />

laboratorio (CIBM-Università <strong>di</strong> Firenze –Dip. <strong>di</strong> Biologia Evoluzionistica,<br />

Alberto Ugolini; CIBM Rossana Scerbo, Ludmila Kozinkova, Corrado<br />

Barghigiani)<br />

Sebbene la fascia sopralitorale <strong>di</strong> coste sabbiose non sia stata molto indagata<br />

dal punto <strong>di</strong> vista <strong>dell</strong>a contaminazione ambientale, nel corso degli ultimi anni<br />

alcune specie <strong>di</strong> anfipo<strong>di</strong> talitri<strong>di</strong> sono state stu<strong>di</strong>ate come biomonitors <strong>dell</strong>a<br />

contaminazione da metalli in traccia (Mardsen e Rainbow, 2004). Le principali<br />

fonti <strong>di</strong> metalli per gli anfipo<strong>di</strong> sopralitorali sono costituite dal cibo (materiale<br />

organico spiaggiato <strong>di</strong> origine sia marina che terrestre), dal me<strong>di</strong>um acquoso e<br />

dal se<strong>di</strong>mento (Weeks e Rainbow, 1991). Infatti, se durante il giorno gli<br />

in<strong>di</strong>vidui rimangono infossati nella sabbia umida in prossimità <strong>dell</strong>a battigia, al<br />

tramonto emergono alla superficie e compiono una migrazione a scopo<br />

soprattutto alimentare <strong>di</strong>retta verso l’orizzonte superiore <strong>dell</strong>a spiaggia.<br />

Inoltre, i talitri, oltre a rappresentare la maggior componente in termini <strong>di</strong><br />

biomassa, svolgono un ruolo chiave nel flusso <strong>di</strong> energia degli ecosistemi<br />

litorali e costituiscono un’importante fonte <strong>di</strong> cibo per numerose specie <strong>di</strong><br />

coleotteri, pesci, uccelli ed anche mammiferi (Griffiths et al., 1983; Wil<strong>di</strong>sh,<br />

1988).<br />

Stu<strong>di</strong> condotti soprattutto su coste sabbiose <strong>dell</strong>’Europa settentrionale e del<br />

Me<strong>di</strong>terraneo hanno evidenziato le elevate capacità <strong>di</strong> bioaccumulo <strong>di</strong> alcuni<br />

metalli in traccia (Cu, Cd, Zn, Hg, Mn, Al, Fe e Ni) <strong>di</strong> molte tra le più comuni<br />

specie europee (Talitrus saltator e Orchestia gammarellus) (Marsden e Rainbow,<br />

2004; Ungherese et al. 2010; Ugolini et al., 2004, 2005). Pertanto i talitri rientrano<br />

tra le specie più adatte per la valutazione <strong>dell</strong>a contaminazione da metalli in<br />

traccia <strong>dell</strong>e aree costiere sopralitorali. Tuttavia le conclusioni sinora raggiunte<br />

sulla capacità <strong>di</strong> bioaccumulo nei talitri, non sono basate sulla reale<br />

bio<strong>di</strong>sponibilità dei <strong>di</strong>versi metalli nell’ambiente naturale.<br />

Materiali e meto<strong>di</strong><br />

Campioni <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mento, <strong>di</strong> materiale spiaggiato e <strong>di</strong> anfipo<strong>di</strong> sono stati<br />

prelevati in marzo e giugno 2009 e ad aprile 2011 a Calambrone (Livorno),<br />

(Talitrus saltator e Platorchestia platensis); nel mese <strong>di</strong> aprile 2011 a Rosignano<br />

Solvay (Livorno) è stato raccolto Talitrus saltator. Nelle due località sono stati<br />

raccolti esemplari adulti e sub-adulti, scartando le femmine ovigere. Le analisi<br />

del contenuto in metalli pesanti (Cu, Cd, Hg, Zn, Fe, Al, Cr, Pb, Mn) sono fatte<br />

me<strong>di</strong>ante spettrometria <strong>di</strong> assorbimento atomico e <strong>di</strong> emissione.<br />

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