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Rapporto finale - Metodologie di Monitoraggio dell ... - Momar

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particellati e <strong>di</strong>sciolti. In queste acque i rapporti CDOM/Clorofilla a e<br />

soprattutto quelli SPM/Clorofilla a risultano generalmente più alti <strong>di</strong> quelli<br />

<strong>dell</strong>e acque del largo del Mare Me<strong>di</strong>terraneo; inoltre nonostante il valore alto <strong>di</strong><br />

questi rapporti possa far pensare alla prevalenza <strong>di</strong> apporti esterni non collegati<br />

alla biomassa fitoplanctonica, in realtà sia CDOM che SPM mostrano una<br />

correlazione con la clorofilla a altamente significativa. Questa caratteristica<br />

determina la necessità <strong>di</strong> un adeguamento degli algoritmi satellitari <strong>di</strong> stima<br />

<strong>dell</strong>a clorofilla a che in generale sono calibrati per acque dove questi rapporti<br />

sono significativamente più bassi. Allo scopo <strong>di</strong> migliorare le stime satellitari<br />

dei componenti otticamente attivi e con la prospettiva <strong>di</strong> mettere a punto un<br />

algoritmo <strong>di</strong> calcolo regionale che si basi su un mo<strong>dell</strong>o semianalitico è stata<br />

analizzata la variabilità degli assorbimenti e retro<strong>di</strong>ffusioni specifici <strong>di</strong><br />

fitoplancton e particellato non fitoplanctonico, che sono parametri<br />

in<strong>di</strong>spensabili per il mo<strong>dell</strong>o (Massi et al., 2011).<br />

Al fine <strong>di</strong> affiancare, nel monitoraggio marino nell’area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, i dati<br />

satellitari ai dati in situ classicamente utilizzati, è stato effettuato il confronto tra<br />

i dati in situ <strong>di</strong> clorofilla a (nella prima quota ottica del mare, la profon<strong>di</strong>tà entro<br />

la quale il satellite è in gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> “vedere”) raccolti nel corso <strong>dell</strong>e campagne<br />

effettuate all’interno del progetto MOMAR e la riflettenza satellitare in situ. I<br />

dati <strong>di</strong> clorofilla a sono utili per verificare le performances dei quattro algoritmi<br />

per la stima <strong>dell</strong>a concentrazione superficiale <strong>di</strong> clorofilla a presi in esame<br />

nell’area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o MOMAR: OC3M, MedOC3, OC5 e SAM_LT.<br />

I risultati confermano che gli algoritmi standard OC3M e MedOC3, calibrati su<br />

dati <strong>di</strong> acque oceaniche con basse concentrazioni <strong>di</strong> clorofilla, non danno buone<br />

stime <strong>di</strong> clorofilla a nell’area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o presa in considerazione: ciò è vero<br />

soprattutto per le acque costiere e nei perio<strong>di</strong> primaverili e invernali (Lapucci et<br />

al., in stampa). Gli algoritmi OC5 e SAM_LT mostrano performance migliori<br />

rispetto ai primi due, e sono perciò buoni can<strong>di</strong>dati per essere utilizzati a fianco<br />

del monitoraggio puntuale.<br />

L’algoritmo OC5, costruito sia per acque <strong>di</strong> caso 1 che per acque <strong>di</strong> caso 2,<br />

potrebbe essere reso ancora più adatto all’area del Me<strong>di</strong>terraneo, in quanto<br />

mostra buoni risultati nonostante che la look up table su cui si basa comprenda<br />

solo pochi dati del Mar Me<strong>di</strong>tarreneo (Gohin, comunicazione personale), e<br />

l’algoritmo SAM_LT, calibrato per acque costiere, dovrebbe pure essere reso<br />

più sensibile alle basse concentrazioni dei costituenti ottici. Queste attività<br />

costituirebbero pertanto un importante proseguimento <strong>di</strong> quelle svolte nei tre<br />

anni del progetto MOMAR.<br />

L’elevata incidenza <strong>di</strong> inquinamento da idrocarburi nel Mar Me<strong>di</strong>terraneo ed il<br />

conseguente incremento dei livelli <strong>di</strong> contaminazione dei bacini marini europei<br />

è in questi anni motivo <strong>di</strong> grande preoccupazione per gli organismi nazionali e<br />

locali <strong>di</strong> tutela e <strong>di</strong> ricerca in ambito ambientale. Per questo motivo Il LaMMA<br />

insieme alla Regione Toscana hanno ritenuto opportuno richiedere la possibilità<br />

<strong>di</strong> accesso al sistema CleanSeaNet (CSN), sviluppato dalla European Maritime<br />

Safety Agency (EMSA), all’interno del progetto MOMAR, con lo scopo <strong>di</strong><br />

elaborare i prodotti del CSN per fornire statistiche sugli sversamenti, nonché<br />

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