Il Giardino si riproduce - Studio Staff RU
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<strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong>: quaranta anni di consulenze in un’Italia che cambia<br />
I miei primi anni allo <strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong><br />
118<br />
Testimonianza di Elio Minerva<br />
Dirigente F.S.<br />
Si dice che il primo amore non <strong>si</strong> scorda mai, ma neanche il primo lavoro.<br />
Durante l’univer<strong>si</strong>tà avevo fatto lavoretti pagati (ricerche sociologiche,<br />
somministrazione di questionari, articoli su riviste, etc), ma con mia grande fortuna, a soli<br />
pochi me<strong>si</strong> dalla laurea in Sociologia, lo <strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong> dopo un laborioso processo di<br />
selezione mi propose un contratto di consulenza annuale (credo che le inevitabili perples<strong>si</strong>tà<br />
iniziali furono ridotte dal fatto che mi presentavo a 25 anni avendo pubblicato un libro<br />
sull’assenteismo, la mia te<strong>si</strong> di laurea; “avrà pure qualche capacità organizzativa”,<br />
avranno pensato).<br />
<strong>Il</strong> mio primo giorno di lavoro iniziò di fatto di notte, su un Wagon-Lit che portava<br />
me e la allora collega Pennacchi a Genova per studi sull’organizzazione del lavoro.<br />
Non ho un gran personale ricordo po<strong>si</strong>tivo di quella esperienza. Ma in <strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong> ci sono<br />
rimasto 17 anni.<br />
I primi anni furono di apprendimento e crescita: <strong>si</strong> trattava di andare in giro per le<br />
aziende a fare interviste e relazioni. Si viaggiava e <strong>si</strong> stava spesso presso i clienti. Non<br />
c’era indennità di trasferta, anzi. “Non c’è disagio da compensare, il consulente impara<br />
quando è fuori. Per cui poche rivendicazioni e vai a fare esperienza diretta sulla tua pelle”.<br />
I primi anni trascorsero così in luoghi diver<strong>si</strong> (Genova, Milano, Torino, Napoli,<br />
Avellino, Roma, etc) e presso differenti clienti, in un clima un po’ cameratesco per via della<br />
solidarietà tra colleghi, un po’ di giovanile incoscienza e superficialità.<br />
In buona sostanza, ci <strong>si</strong> divertiva, <strong>si</strong> cresceva, <strong>si</strong> commettevano errori ma con una rete di<br />
protezione che ti aiutava ad individuarli. (….eccome se ti venivano segnalate tutte le tue<br />
manchevolezze profes<strong>si</strong>onali, comportamentali e caratteriali! La preferita: “Tu hai problemi<br />
di comunicazione…”).<br />
In realtà, dietro lo spirito collaborativo di quegli anni, come in tutti gli organismi<br />
sociali, tra noi consulenti c’erano rivalità, de<strong>si</strong>derio di primeggiare, incroci di relazioni<br />
pericolose; pochi sgambetti plateali, ma sgomitate a volontà.<br />
I partner erano interessati alla tua crescita (dopotutto curavano i loro interes<strong>si</strong><br />
aumentando la tua profittabilità futura) ma tu ci dovevi mettere del tuo, sennò non<br />
succedeva niente di speciale in termini di crescita profes<strong>si</strong>onale e retributiva.<br />
Silvano Del Lungo fu su questo punto esplicito: Se vuoi un futuro devi crearti tu, un tuo<br />
spazio.<br />
Le Indagini Retributive<br />
Da questo punto di vista devo dire che ho avuto una botta di fortuna sfacciata<br />
perché un in<strong>si</strong>eme di elementi congiurarono a mio favore nel creare le condizioni per<br />
definire e identificare un “mio” spazio profes<strong>si</strong>onale:<br />
• L’affacciar<strong>si</strong> di un problema reale (agli inizi degli anni ‘80 le Aziende trovavano<br />
con difficoltà laureati in quantità e qualità giusta per i necessari inserimenti, per<br />
cui erano disposte a pagare se davi loro delle informazioni utili)