Il Giardino si riproduce - Studio Staff RU
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<strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong>: quaranta anni di consulenze in un’Italia che cambia<br />
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Testimonianza di Antonietta Petetti<br />
Agenzia Umbria Lavoro<br />
Di <strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong> ricordo il giorno che entrai per la prima volta nella sede di via<br />
S.Erasmo. Cominciavano gli anni ’80 e io ero una giovane apprendista, di ritorno a Roma<br />
dopo una prima <strong>si</strong>gnificativa esperienza di formazione/lavoro a Milano. Ero tornata perché<br />
mi mancava l’habitat un po’ appiccicoso ma ras<strong>si</strong>curante della città “Mammona”. Nello<br />
stesso tempo però temevo che, dal punto di vista della mia crescita profes<strong>si</strong>onale, la<br />
deci<strong>si</strong>one di venire via da Milano fosse stata un grosso sbaglio. Un cedimento sul versante<br />
dei sentimenti che lasciava scontenta la mia parte più razionale. Quel pomeriggio – era, o<br />
mi pare nel ricordo, un pomeriggio buio, piovigginoso, di fine inverno – ad accogliermi<br />
c’era innanzitutto la grande e <strong>si</strong>lenziosa stanza poligonale di via S.Erasmo. La stanza dei<br />
libri, degli incontri, della rifles<strong>si</strong>one. Poi arrivò Silvano (Del Lungo) e cominciammo a<br />
conversare, seguendo i fili di un discorso che sembrava muover<strong>si</strong> svagatamente, lungo piste<br />
diverse, senza una direzione obbligata né una scaletta rigida da rispettare.<br />
Le caratteristiche di quella prima conversazione – aperta, mossa dal genuino<br />
piacere della conoscenza reciproca – <strong>si</strong>ntetizzano per me uno dei tratti più distintivi di<br />
<strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong> così come l’ho conosciuto in quegli anni. Un certo modo di interpretare il ruolo<br />
della consulenza aziendale che in alcuni anni passati ha forse faticato a trovare interlocutori<br />
dentro i luoghi di lavoro, ma che d’altra parte anticipava quella centratura sulla relazione e<br />
sull’ascolto che la consulenza sta oggi tentando di reinventare (vedi, ad esempio, la grande<br />
attenzione ai modelli del coaching, del mentoring, etc.) dopo anni segnati da una bulimica<br />
an<strong>si</strong>a di “contenuti”. Credo anche che <strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong> di quegli anni rappresentasse per molti<br />
ver<strong>si</strong> lo specchio di un certo modo di stare dentro le imprese, di un certo modello di azienda<br />
di cui quella a partecipazione pubblica rappresentava allora la punta di diamante. Quelle<br />
aziende a partecipazione pubblica di cui ci <strong>si</strong>amo disfatti, perché ormai obsolete ed<br />
ingombranti e che, tuttavia, mi pare abbiano rappresentato nel nostro Paese e in quegli anni<br />
uno straordinario laboratorio di innovazione manageriale, e la cui storia, sotto questo<br />
aspetto, mi piacerebbe che qualcuno (e naturalmente penso a Silvano) <strong>si</strong> decidesse a<br />
scrivere.<br />
Del lavoro e del tempo (ahimè non molto) trascorso a <strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong> i miei ricordi<br />
conservano una traccia precisa (la cassetta degli attrezzi per i Responsabili delle Risorse<br />
Umane, la ricerca-intervento all’Alfa Sud, l’indagine sui modelli di gestione delle risorse<br />
umane…) naturalmente intrecciata alle emozioni e alle immagini degli incontri che hanno<br />
accompagnato quelle esperienze (il basco di Amedea, la risata di Jaime, la scrivania ben<br />
fatta di Peppe, il pen<strong>si</strong>ero affilato di Dario…). Poi me ne sono andata. <strong>Il</strong> lavoro a <strong>Studio</strong><br />
<strong>Staff</strong> era fonte costante di stimoli e di apprendimenti, ma io ero scontenta di me stessa.<br />
Avevo bisogno di irrobustirmi e per questo pensavo fosse importante imparare a guardare le<br />
cose dall’altra parte della strada: entrare in azienda, timbrare il cartellino, vivere sulla mia<br />
persona le problematiche che avevo approcciato da osservatore esterno.<br />
Sono passati molti anni. Ho cambiato diverse volte ancora ruolo e lavoro. Circa un<br />
anno fa mi è capitato di rivedere Silvano ad un convegno. Non molto tempo dopo l’ho<br />
rivisto in occa<strong>si</strong>one di un altro convegno e poi in un altro ancora. Così ho scoperto che le<br />
tematiche su cui ho scelto, in questi ultimi anni, di focalizzare il mio impegno profes<strong>si</strong>onale<br />
sono le stesse su cui una parte di <strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong> sta investendo risorse. Un inevitabile segno<br />
dei tempi? A me piace pensare che <strong>si</strong>a il modo attraverso il quale quella prima<br />
conversazione di tanti anni fa abbia continuato, nonostante tutto, a scorrere tra di noi.<br />
Antonietta Petetti