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Il Giardino si riproduce - Studio Staff RU

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11<br />

Capitolo 1 1967-1970<br />

<strong>si</strong> presentava come un malessere più profondo e con connotazioni conflittuali, sociali, e<br />

politiche che sarebbero cresciute di inten<strong>si</strong>tà a mezzo 1968 col maggio francese ed il<br />

movimento studentesco, e sarebbero poi esplose in fabbrica nell’autunno dell’anno<br />

succes<strong>si</strong>vo come cri<strong>si</strong> e conflittualità aziendali (“l’autunno caldo” del ‘69 ) e continuate in<br />

varie e anche tragiche forme nel corso di tutti gli anni settanta.<br />

Tutto ciò pose noi con le nostre tecniche di fronte a condizioni nuove che non<br />

avevamo immaginato e delle quali, pur trattandole, non eravamo a quel tempo, neppure<br />

ben consapevoli. Erano condizioni che se per un verso mettevano in cri<strong>si</strong> molte tradizionali<br />

risposte tecniche della consulenza ai problemi di gestione della azienda (per esempio<br />

l’anali<strong>si</strong> dei tempi e metodi di lavoro come potente strumento per l’aumento della<br />

produttività, la job evaluation come strumento di determinazione comparativa del giusto<br />

salario basata sul job,ecc.) per altro verso ponevano problemi del tutto nuovi legati, spesso,<br />

ma non soltanto, alla conflittualità sociale e <strong>si</strong>ndacale per i quali mancavano risposte e<br />

mancava spesso nel Management anche la capacità di formulare domande appropriate.<br />

Tali problemi erano, inoltre, di frequente, problemi caratteristici del contesto<br />

socioeconomico italiano e quindi difficilmente affrontabili con le soluzioni di importazione<br />

proponibili da società di consulenza straniere o internazionali.<br />

Far consulenza in quel tempo e in quel contesto era una opportunità unica che non<br />

<strong>si</strong> sarebbe facilmente riproposta e in<strong>si</strong>eme un’opportunità assai difficile da cogliere.<br />

Era un’opportunità unica perchè vi erano nelle aziende molti, nuovi, importanti e<br />

impellenti problemi da affrontare e risolvere, collegati ad una vistosa componente sociale<br />

di rifiuto o di protesta, pur combinata con variabili tecniche, organizzative ed economiche.<br />

Tale componente sociale corrispondeva pienamente alla nostra competenza distintiva che<br />

era appunto oramai di p<strong>si</strong>cosociologia del lavoro.<br />

Ancora a nostro vantaggio giocava il fatto che scarseggiassero in quel tempo, <strong>si</strong>a<br />

tra il Management aziendale <strong>si</strong>a in quella parte collaudata e affermata della Consulenza di<br />

Organizzazione, attori preparati a comprendere fino in fondo il senso della protesta sociale<br />

e tanto più a immaginare mediazioni organizzative, tra la concezione gerarchica e<br />

organizzativa vigente nell’azienda e le richieste della base operaia e impiegatizia,<br />

suscettibili di produrre risultati economici e in<strong>si</strong>eme consenso sociale. Sia il Management<br />

<strong>si</strong>a la consulenza erano autori e corresponsabili della lenta generazione attraverso gli anni di<br />

quelle condizioni organizzative che, in<strong>si</strong>eme con i graduali incrementi di produttività,<br />

avevano anche suscitato quella protesta che appariva oramai assai poco negoziabile e che<br />

pregiudizialmente rifiutava ogni novità che provenisse dalla consulenza tradizionale e<br />

dall’estero.<br />

Queste, su elencate, erano dunque le opportunità che giocavano a nostro favore.<br />

Tutte opportunità, come <strong>si</strong> è visto, che tali erano per i difetti dei tradizionali attori aziendali<br />

e consulenziali e assai meno grazie alle nostre capacità di affrontare i nuovi problemi e<br />

soprattutto di sostituire con nuove soluzioni le collaudate soluzioni organizzative e<strong>si</strong>stenti,<br />

perfezionate negli anni attraverso lo sviluppo <strong>si</strong>stematico del metodo di organizzazione<br />

scientifica del lavoro fondato all’inizio del secolo da Taylor. Su questo punto, la nostra<br />

inesperienza di progettazione organizzativa, <strong>si</strong> giocava per noi la difficoltà di cogliere<br />

l’opportunità irripetibile sopra descritta.<br />

Eppure un punto di vantaggio sui nostri potenziali committenti e concorrenti lo<br />

avevamo ed è su questo punto che facemmo leva poiché era l’unico fulcro disponibile.<br />

Giocammo tutto su questo.

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