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Il Giardino si riproduce - Studio Staff RU

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<strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong>: quaranta anni di consulenze in un’Italia che cambia<br />

Nelle discus<strong>si</strong>oni infinite, svolte alla RAI con Germano Bodo, direttore del<br />

personale della RAI e con Emilio Podestà, direttore del personale dell'Ital<strong>si</strong>der, compariva<br />

di frequente lo <strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong>. Arriva lo <strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong>, dicevamo noi con speranza e paura.<br />

Erano persone che se ne intendevano. La soggettività non sarebbe stata trascurata.<br />

Lo <strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong> era appoggiato dal Capo numero uno di questo dibattito. Giuseppe Glisenti,<br />

direttore centrale del personale dell'IRI. Quindi una qualche pos<strong>si</strong>bilità che le cose <strong>si</strong><br />

risolvessero <strong>si</strong> poteva ancora avere.<br />

<strong>Il</strong> grande programma qualità, innescato all'Ital<strong>si</strong>der da Aldo Canonici. Ed anche il<br />

programma di creazione della televi<strong>si</strong>one a colori realizzato alla RAI da Mario Lombardi,<br />

comprendendo selezione, formazione ed individuazione dei ruoli, ebbero l'appoggio, <strong>si</strong>a<br />

pure fuggente, dello <strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong>.<br />

Si vide bene questo durante le ricerche fatte alla fine degli anni sessanta, quando <strong>si</strong><br />

tentò di definire il ruolo dei quadri intermedi, che fu messo in cri<strong>si</strong> nell'autunno caldo. <strong>Il</strong><br />

problema è ancora aperto ed il lavoro svolto allora è ancora attuale.<br />

Molte volte, dopo i lunghi programmi di formazione organizzati da Aldo Canonici<br />

all'Ital<strong>si</strong>der di Genova e dopo l'esame dei problemi della <strong>si</strong>curezza lavorativa all'Ital<strong>si</strong>der di<br />

Lovere, ci <strong>si</strong>amo trovati a dire:<br />

adesso speriamo che arrivi lo <strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong> a darci una mano. Loro erano a Roma e noi<br />

eravamo in periferia. Per questo speravamo in un loro maggior potere.<br />

Di tre cose, adesso che ricordo, adesso che il tempo rallenta un poco le sue maglie<br />

strette, di tre cose io penso dover essere grato allo <strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong>.<br />

Innanzi tutto da p<strong>si</strong>cologo del lavoro grazie per aver preteso che la dimen<strong>si</strong>one<br />

soggettiva avesse pari grado nella gestione degli uomini. Non di solo pane <strong>si</strong> nutre la nostra<br />

fame. <strong>Il</strong> soggetto era con<strong>si</strong>derato l'errore. Lo <strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong> ha contribuito molto alla<br />

decriminalizzazione del soggetto nel mondo obbiettivista degli anni sessanta. Poi un grazie<br />

gli va come p<strong>si</strong>cologo. <strong>Il</strong> loro contributo ad una p<strong>si</strong>cologia più vasta, meno accademica e<br />

più profes<strong>si</strong>onale, meno ortodossa e più taylor made. Infine avere rischiato la via<br />

dell'organizzazione, intesa come dimen<strong>si</strong>one soggettiva e non come oggettività monarchica<br />

e padronale. Oggi che il pubblico è in cri<strong>si</strong> e che <strong>si</strong> parla sempre di più di organizzazione<br />

come stato d'animo, gli effetti dello <strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong> permettono una valutazione po<strong>si</strong>tiva<br />

chiara.<br />

<strong>Il</strong> lavoro prosegue il suo cammino, caro <strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong>. La ricchezza diventa sempre<br />

più benessere, soggettivo e diffuso e la scala conosce sempre di più gli scalini da cui è<br />

composta. Siete saliti in<strong>si</strong>eme ad altri (io per esempio!) che come voi hanno creduto in un<br />

lavoro migliore, di lato al lavoro italiano, con molte difficoltà e pochi succes<strong>si</strong>. Ma avete<br />

prodotto benessere ed avete migliorato il lavoro del vostro tempo. Anche questi tempi<br />

vissero e produssero benessere. E per questo benessere prodotto voglio ricordarli oggi con<br />

molta speranza futura. <strong>Il</strong> vostro ricordo è sorridente per gli p<strong>si</strong>cologi ed i lavoratori che,<br />

nonostante le apparenze, pensano alla pos<strong>si</strong>bile invenzione di un lavoro benestante.<br />

Enzo Spaltro, Bologna 18 novembre 2007<br />

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