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Il Giardino si riproduce - Studio Staff RU

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<strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong>: quaranta anni di consulenze in un’Italia che cambia<br />

Testimonianza di Simonetta Serafini<br />

Consulente Indipendente nelle Risorse Umane<br />

Se devo scrivere di <strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong> devo scrivere dei volti che vi ho incontrato.<br />

<strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong> è soprattutto la Storia di una Vita e un pezzo anche della mia.<br />

Terni 1997: cominciamo da qui.<br />

Frequentavo un corso di formazione per Consulenti di Direzione ed Organizzazione e di risorse<br />

umane sapevo poco. Sapevo che non mi piaceva che <strong>si</strong> chiamassero risorse, ma io volevo<br />

lavorare e con la mia laurea in filosofia la strada era lunga.<br />

La Responsabile del corso, Vania, aveva lavorato a <strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong>. Fu da lei che per primo ne sentii<br />

parlare. Ne raccontava con i suoi grandi occhi verdi pieni di fierezza e pensai che questo <strong>Studio</strong><br />

<strong>Staff</strong> doveva proprio essere una bella cosa se era stato fra i primi in Italia ad occupar<strong>si</strong> di<br />

p<strong>si</strong>cologia del lavoro e se qualcuno ne parlava così. Passavano i giorni e passavano le lezioni; di<br />

docenti e di società ne sfilarono parecchi fino a quando toccò a loro: quelli di <strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong>.<br />

Attendevo con an<strong>si</strong>a perché avevo sentito parlare di organizzazione, di marketing, di controllo di<br />

gestione ed ora volevo sentire parlare di Persone.<br />

Prima Stefania e poi Claudio: avevano tutti e due un vestito grigio e mi sembravano profes<strong>si</strong>onali,<br />

giovani, solidi e ben centrati. Stefania poi era brillante, veloce, energica ed inci<strong>si</strong>va. Era un buon<br />

modello per capire come <strong>si</strong> può diventare facendo questo mestiere. E io me lo chiedevo. Le loro<br />

lezioni erano interessanti, parlavano bene, erano <strong>si</strong>curi e padroni della scena.<br />

Capivo soprattutto che c’era del sapere da scoprire.<br />

L’ultimo a tenere una docenza fu Emanuele Di Castro: la sua fama lo aveva preceduto di diver<strong>si</strong><br />

giorni (Vania!) ed io mi aspettavo il guru. Lui era calmo, compassato, con la barba accuratamente<br />

incolta. Non era così ieratico come immaginavo, ma dava l’idea di averne viste molte e io volevo<br />

ascoltare. Parlava piano ed osservava molto. I docenti che conoscevo non erano così ed era la<br />

prima volta che un docente non mi faceva una lezione, ma piuttosto parlava con noi. Se questi<br />

sono gli strumenti del mestiere – pensai – forse non <strong>si</strong> tratta solo di Risorse.<br />

Sperai che lo stage fosse a <strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong>: sentivo che c’era un’affinità nell’immagine che ne avevo<br />

e nel mio bisogno di “cercare l’uomo” nel mondo del lavoro.<br />

Arrivai in via di Sant’Erasmo ai primi di Gennaio: Emanuele Di Castro mi aveva scelta e<br />

sarebbe stato il mio tutor per lo stage.<br />

A prima vista <strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong> non era proprio uno studio: c’erano molti giovani, molte<br />

segretarie, molto movimento. Si sentiva soprattutto l’aria del fare: c’era un bru<strong>si</strong>o che<br />

veniva da altre stanze, c’era il rumore della carta, <strong>si</strong> camminava svelti e tutti sembravano<br />

ritmati e pre<strong>si</strong>. Era la parte dello <strong>Studio</strong> dedicata alla Selezione, ma su questo riflettei dopo.<br />

C’era anche un altro appartamento, in effetti, e qui l’aria era diversa: le porte più chiuse, il<br />

<strong>si</strong>lenzio più lungo, le andature un po’ più lente e i giovani un po’ più … attempati.<br />

Poi c’erano i libri.<br />

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