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Il Giardino si riproduce - Studio Staff RU

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149<br />

Capitolo 3 1981-1990<br />

Testimonianza di Raoul Nacamulli<br />

Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale – Univer<strong>si</strong>tà degli Studi – Bicocca -<br />

Milano<br />

Ho incontrato Silvano Del Lungo a metà degli anni settanta, quando l’Italia veniva<br />

definita, in po<strong>si</strong>tivo, un “caso speciale” e l’organizzazione del lavoro più un fenomeno<br />

sociologico, politico e di <strong>si</strong>nistra che un tema economico e tecnico. In questo contesto<br />

Silvano rivendicava la sua storia e la sua competenza profes<strong>si</strong>onale di p<strong>si</strong>cologo del lavoro<br />

formato<strong>si</strong> in Olivetti, dove aveva studiato gli effetti delle giostre sulle persone e la loro<br />

produttività. Mi disse di essere (piacevolmente o spiacevolmente?) stupito dalla crescita<br />

verticale della domanda di ricerche-intervento commis<strong>si</strong>onate da aziende ed istituzioni.<br />

Questa era, sì, un’opportunità, ma anche una minaccia, poiché gli imponeva non solo di<br />

studiare, riflettere e di sviluppare dinamiche di gruppo, ma pure di compilare rapporti su<br />

rapporti. Certo, piuttosto che scrivere era meglio impiegare il proprio tempo nell’osservare,<br />

innestare, provocare, contenere proces<strong>si</strong> p<strong>si</strong>cologici e dialogare con i diretti interessati e la<br />

committenza. Di Silvano abbiamo parlato, più volte, con Giancarlo Ambro<strong>si</strong>ni, il quale,<br />

dopo avere lavorato allo <strong>Studio</strong> <strong>Staff</strong>, era entrato all’ARPES fondata da Alessandro Fantoli:<br />

un dirigente dell’Ital<strong>si</strong>der curioso, militante e sanguigno. L’ARPES più che una società di<br />

consulenza era un po’ un centro studi ed un po’ una cellula di un partito della <strong>si</strong>nistra. In<br />

questo contesto, Ambro<strong>si</strong>ni era, e <strong>si</strong> con<strong>si</strong>derava, un’eccezione: aveva un età media più<br />

elevata degli altri ricercatori, aveva lavorato come dipendente d’azienda, era interessato ai<br />

<strong>si</strong>stemi operativi ed ai flow chart. La vi<strong>si</strong>one del mondo organizzativo di Giancarlo non era<br />

però la stessa di quella di Silvano: era più incentrata sui conflitti di potere, di personalità e<br />

d’interesse, che sui proces<strong>si</strong> di sviluppo p<strong>si</strong>cologico. Ecco, quando ripenso a quel periodo,<br />

vedo distintamente tre persone dialogare fra loro: Alessandro Fantoli, Giancarlo Ambro<strong>si</strong>ni<br />

e Silvano Del Lungo. Dovevo rincontrare Silvano negli anni novanta, quando <strong>si</strong>a lo <strong>Studio</strong><br />

<strong>Staff</strong> che il CRORA-Bocconi furono coinvolti in un complesso processo di anali<strong>si</strong><br />

strategica ed organizzativa delle Ferrovie dello Stato a cavallo fra la gestione di Lorenzo<br />

Necci e quella di Giancarlo Cimoli. Dopo tanti anni, la curio<strong>si</strong>tà e l’amabilità di Silvano<br />

non mi parevano essere molto cambiate e così pure la sua idio<strong>si</strong>ncra<strong>si</strong>a per le <strong>si</strong>stemazioni<br />

libresche. Ne ebbi prova provata quando, immemore di quanto mi aveva confidato in un<br />

tempo lontano, a propo<strong>si</strong>to della sua sofferenza per la parola scritta, cercai di coinvolgerlo<br />

nella costruzione di un saggio sull’esperienza vissuta as<strong>si</strong>eme nell’organizzazione<br />

ferroviaria. Non mi disse mai esplicitamente di no. Tuttavia, da sperimentato p<strong>si</strong>cologo ed<br />

esperto del non detto, mi lanciò ripetutamente il messaggio che le esperienze organizzative<br />

devono essere vissute “qui ed ora” e non schematizzate e cristallizzate per essere<br />

raccontate. Secondo Silvano Del Lungo l’organizzazione non può, né deve, essere tradotta<br />

in codici alfanumerici, ma è fatta del “savoir faire” delle persone, continuamente ridefinito<br />

e nutrito da nuovi rapporti interpersonali e da nuove esperienze concrete vissute con<br />

curio<strong>si</strong>tà, entu<strong>si</strong>asmo ed immaginazione creativa.<br />

Raoul C. D. Nacamulli

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