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Il Giardino si riproduce - Studio Staff RU

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Francesco Avallone<br />

Federico Butera<br />

Maria Giovanna Garuti<br />

Giustino Gasbarri<br />

239<br />

Capitolo 5 2001 - e Oltre<br />

Colleghi nel pen<strong>si</strong>ero<br />

Lorenzo Nicoletti<br />

Erica Rizziato<br />

Mario Unnia<br />

Plinio Venturini<br />

Testimonianza di Francesco Avallone<br />

Pre<strong>si</strong>de Facoltà P<strong>si</strong>cologia 2 – Univer<strong>si</strong>tà La Sapienza di Roma<br />

Nel corso della mia vita profes<strong>si</strong>onale ho preso parte a molti convegni, spesso<br />

come partecipante, altre volte come relatore. I convegni, <strong>si</strong> sa, costituiscono un particolare<br />

contesto: luogo dell’incontro e dello scambio; passerella per riaffermare la propria e<strong>si</strong>stenza<br />

o per e<strong>si</strong>bir<strong>si</strong>; platea per presentare l’e<strong>si</strong>to di una ricerca o di un’esperienza. Si può<br />

partecipare ad un convegno per turismo; per incrementare la propria rete di conoscenze, per<br />

apprendere o per tutti questi motivi in<strong>si</strong>eme. Con il passare degli anni <strong>si</strong> diventa più<br />

selettivi ed e<strong>si</strong>genti ma anche più tolleranti: non mi sorprendo che un convegno possa<br />

ospitare contributi appros<strong>si</strong>mativi o riproporre temi ed argomenti ultra noti ma sono pago<br />

se, al termine di questi eventi, riesco a trovare un’idea nuova, uno spunto che alimenti il<br />

de<strong>si</strong>derio di interrogar<strong>si</strong> e di conoscere.<br />

La persona chiamata a tenere una relazione in un convegno <strong>si</strong> prepara, se è seria,<br />

con molta cura: organizza il suo pen<strong>si</strong>ero; decide la strategia di comunicazione; <strong>si</strong> adopera<br />

di catturare nella sua rete gli ascoltatori dei quali, in genere, sa poco. In questo tentativo di<br />

entrare in relazione con l’uditorio mi capita spesso, mentre parlo, di osservare i<br />

partecipanti, per scrutare qualche impercettibile segnale di interesse e di coinvolgimento; di<br />

ricercare volti amici e stimati, qua<strong>si</strong> a richiedere la loro partecipazione e il loro sostegno; di<br />

immaginare quali interrogativi potrebbero essere generati dal contenuto che <strong>si</strong> espone. È<br />

così che ho conosciuto ed apprezzato Silvano Del Lungo. In genere solo, assorto nei suoi<br />

pen<strong>si</strong>eri, attento, presente anche su temi non vicini alla sua profes<strong>si</strong>one è diventato, nel<br />

corso del tempo, un volto amico. Al termine della relazione – nei pochi convegni che<br />

ancora consentono uno scambio tra i presenti – avviene la sorpresa: Silvano Del Lungo<br />

prende la parola, fa una <strong>si</strong>ntetica espo<strong>si</strong>zione del suo pen<strong>si</strong>ero o della sua esperienza e<br />

formula una domanda. La domanda non è mai banale; è sempre posta con tono <strong>si</strong>gnorile e<br />

garbato ma spesso con una carica provocatoria ed è sempre una domanda vera, nel senso<br />

che il richiedente vuole veramente porre un que<strong>si</strong>to ed è <strong>si</strong>nceramente disponibile ad<br />

ascoltare una risposta. Personalmente ritengo che <strong>si</strong>a più difficile porre una domanda<br />

intelligente che fornire uno risposta esauriente e, nella mia esperienza, sono più numerose<br />

le rifles<strong>si</strong>oni e le ipote<strong>si</strong> che sono riuscito a formulare a seguito di domande originali<br />

piuttosto che in conseguenza di risposte ben confezionate e chiuse. Così mi piace ricordare<br />

Silvano Del Lungo: mi capita ancora di incontrarlo confuso tra i partecipanti in numero<strong>si</strong><br />

convegni e mi attendo il suo que<strong>si</strong>to sfizioso e sfidante.<br />

In tanti anni di insegnamento all’univer<strong>si</strong>tà sono veramente numero<strong>si</strong> gli studenti<br />

che <strong>si</strong> sono laureati con la mia supervi<strong>si</strong>one in p<strong>si</strong>cologia del lavoro. I giovani laureati e<br />

oggi i giovani laureandi sono tenuti a svolgere un periodo di tirocinio presso un ente<br />

esterno. <strong>Il</strong> tirocinio è un’esperienza preziosa perché facilita la compren<strong>si</strong>one dei contesti

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