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atti del Convegno internazionale, Firenze, 16-17 ... - ICCU - Sbn

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140<br />

Luciano Scala<br />

Il lavoro di indagine è stato condotto dalla dott.ssa Alessandra<br />

Ruggiero; il mio personale contributo è stato alquanto ridotto, soprattutto<br />

se confrontato all’apporto offerto dalla prof.ssa Mariella<br />

Guercio, <strong>del</strong>l’Università degli Studi di Urbino, dalla dott.ssa Vittoria<br />

Tola e dagli altri colleghi <strong>del</strong>l’Iccu che hanno collaborato alla<br />

redazione <strong>del</strong> testo allegato alla documentazione <strong>del</strong> <strong>Convegno</strong> 1 .<br />

L’ambizione era di illustrare un numero maggiore di esempi, ma<br />

le difficoltà incontrate in corso d’opera sono state notevoli, pur avendo<br />

sin dall’inizio deciso di documentare solamente casi pubblici,<br />

ossia esperienze per le quali è possibile accedere a documentazione<br />

di carattere ufficiale.<br />

Eppure, non solo per quanto riguarda alcune situazioni verificatesi<br />

nel nostro Paese, ma anche in circostanze di rilievo europeo ed<br />

<strong>internazionale</strong>, quando gli estensori <strong>del</strong> rapporto hanno tentato di<br />

approfondire la materia attraverso interviste e colloqui diretti, spesso<br />

è stato difficile, se non impossibile, raccogliere informazioni<br />

sufficienti a redigere una scheda rappresentativa <strong>del</strong> problema.<br />

Riteniamo, con questo primo rapporto, di essere riusciti a definire<br />

solamente i contorni <strong>del</strong>la punta di un iceberg. Altre significative<br />

esperienze di perdita totale o consistente <strong>del</strong>la memoria digitale<br />

rimangono nell’ombra, non solo perché nessuno ha ritenuto utile<br />

darne notizia, ma anche e soprattutto perché, in molti casi, è risultata<br />

<strong>del</strong> tutto assente la coscienza <strong>del</strong> problema, ancor prima<br />

<strong>del</strong>la difficoltà di rappresentarlo in termini adeguati.<br />

Il dossier che oggi presentiamo alla vostra attenzione, costituisce,<br />

nelle intenzioni <strong>del</strong>l’Iccu, il primo di una serie di studi sulla<br />

materia, e consente di <strong>del</strong>ineare un quadro d’insieme sufficientemente<br />

ampio. Inf<strong>atti</strong>, spazia oltre l’ambito europeo e guarda a due<br />

significative esperienze degli Stati Uniti, abbraccia un arco temporale<br />

di oltre trenta anni, dal 1960 al 1991 e, infine, attraverso i casi<br />

esaminati mette in evidenza una molteplicità di fattori determinanti<br />

per un recupero successivo, parziale o totale, <strong>del</strong>le memorie digitali.<br />

Mi riferisco, in particolare, alle situazioni di recupero rese possibili<br />

dal rinvenimento, se non fortuito sicuramente fortunato, di<br />

attrezzature tecnologiche ormai vetuste ed obsolete, ma simili o<br />

uguali a quelle utilizzate per il processo di generazione dei database,<br />

e sulla combinazione di tale circostanza con il ritrovamento <strong>del</strong>-<br />

1 Il dossier, in corso di pubblicazione per l’Iccu, è disponibile in versione italiana<br />

e inglese al seguente indirizzo: http://www.iccu.sbn.it/PDF/emergenze.pdf

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