atti del Convegno internazionale, Firenze, 16-17 ... - ICCU - Sbn
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L’impegno dei musei per il futuro <strong>del</strong>le memorie digitali 61<br />
Chiamo in causa di nuovo il rappresentante Unesco e quel che spero<br />
vorrà dirci più tardi: un amatore appassionato e preparato potrebbe<br />
produrre un documento esauriente e avvincente su qualunque<br />
sito dichiarato patrimonio <strong>del</strong>l’umanità e pubblicarlo su Internet,<br />
come fa anche l’Unesco. In base a che cosa un fruitore non<br />
specializzato potrà riconoscere l’autorità <strong>del</strong> materiale prodotto<br />
dall’Unesco, e distinguerlo dal prodotto amatoriale? Un prodotto<br />
che, non lo nego, potrebbe dimostrarsi utile ed estremamente attraente,<br />
o contenere informazioni valide. Ma resta il fatto che la<br />
comunità responsabile <strong>del</strong> mantenimento <strong>del</strong>la memoria digitale<br />
deve potersi auto-certificare inequivocabilmente in rete, per competere<br />
con le innumerevoli agenzie di altra natura con cui può essere<br />
confusa.<br />
Se il concetto di museo virtuale trova così scarso sostegno tra<br />
gli addetti ai lavori, è anche perché chiunque può decidere di dar<br />
vita a un simile museo. Per farlo, dovrà solo creare un sito web,<br />
un’operazione che può richiedere appena mezz’ora di tempo. Potrà<br />
comprare per 15 dollari un nome di dominio, come ad esempio<br />
www.unescoworldheritagesites.info. Ho il sospetto che l’Unesco<br />
non possegga questo nome e, anche in caso contrario, ce ne sarebbe<br />
sempre uno simile disponibile, o anche <strong>del</strong>iberatamente pensato<br />
per generare confusione. Il problema si fa decisamente più critico e<br />
complicato quando sono in ballo opere digitali creative. Qui non è<br />
più questione semplicemente dei rispettivi meriti accademici di due<br />
lavori diversi di documentazione: l’origine nominativa di un’opera<br />
creata in digitale è ciò che ne determina la posizione nel corpo <strong>del</strong><br />
patrimonio intangibile.<br />
Per tornare al motivo <strong>del</strong>la mia presenza qui. Cosa fa l’Icom per<br />
migliorare la qualità <strong>del</strong>le memorie digitali nel settore <strong>del</strong> patrimonio?<br />
Sostiene le discussioni che ho citato e cerca di far sì che la<br />
comunità raggiunga qualche consenso su cui poter basare dichiarazioni<br />
d’intenti comuni. I musei sono molto impegnati nella digitalizzazione<br />
<strong>del</strong>le proprie collezioni. Sono consapevoli <strong>del</strong>la necessità<br />
di migrare i documenti digitali su nuove piattaforme, secondo la<br />
disponibilità <strong>del</strong>le nuove tecnologie e l’obsolescenza <strong>del</strong>le tecnologie<br />
più vecchie. Partecipano <strong>atti</strong>vamente a innumerevoli iniziative<br />
sulla conservazione permanente dei supporti digitali per l’archiviazione.<br />
Infine, si stanno sviluppando applicazioni tecnologiche innovative<br />
basate su Internet e si cerca di eliminare i vincoli legati alla<br />
fisicità <strong>del</strong>le istituzioni, che limitano la crescita <strong>del</strong>le memorie digitali.<br />
L’Icom incoraggia tutte queste <strong>atti</strong>vità e cerca di <strong>del</strong>ineare i