31.05.2013 Views

atti del Convegno internazionale, Firenze, 16-17 ... - ICCU - Sbn

atti del Convegno internazionale, Firenze, 16-17 ... - ICCU - Sbn

atti del Convegno internazionale, Firenze, 16-17 ... - ICCU - Sbn

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

L’impegno dei musei per il futuro <strong>del</strong>le memorie digitali 59<br />

stessa di “museo”: che cos’è un museo, qual è la sua missione, perché<br />

l’umanità ha deciso che i musei sono utili e necessari? La seconda<br />

domanda all’ordine <strong>del</strong> giorno è se a lungo andare i musei<br />

saranno finalmente costretti ad accogliere il concetto di patrimonio<br />

digitale. Mi auguro che il relatore <strong>del</strong>l’Unesco entri nel merito degli<br />

obblighi recenti, imposti dalla sua organizzazione alle organizzazioni<br />

non governative che si occupano di patrimonio culturale: una<br />

direttiva estremamente chiara richiama l’attenzione sul patrimonio<br />

intangibile, al quale si riconosce la stessa priorità di quello tangibile.<br />

Nei musei si tende a confondere il patrimonio digitale intangibile<br />

con la versione digitalizzata di quello tangibile. In realtà non è<br />

così, ma la comunità ha enormi difficoltà ad ammetterlo. I musei<br />

sono ben consapevoli <strong>del</strong> regno fisico in cui si sono mossi fin qui<br />

ed entro il quale hanno sviluppato valide metodologie per la conservazione,<br />

documentazione e cura degli oggetti materiali a loro affidati.<br />

Ciononostante, e nonostante i musei stessi abbiano da tempo<br />

esteso le proprie <strong>atti</strong>vità al digitale, molti musei sono decisamente<br />

a disagio quando devono confrontarsi con tutto ciò che il<br />

digitale comporta, se va al di là dei siti web e <strong>del</strong>la posta elettronica.<br />

I concetti base <strong>del</strong>l’intangibile e <strong>del</strong> digitale devono ancora entrare<br />

a far parte dei canoni museologici.<br />

È davvero sorprendente, se si pensa che i musei non si limitano<br />

a collezionare oggetti, raccolgono le informazioni di contesto<br />

per gli oggetti, operano una sintesi di quelle che, secondo le tendenze<br />

<strong>del</strong> momento, vengono chiamate “storie”. Ogni oggetto ha<br />

una storia da raccontare, ma è muto. Il compito dei musei è parlare<br />

per gli oggetti e raccontare le loro storie. La documentazione completa<br />

di un oggetto materiale in un museo è fatta, per definizione,<br />

di una componente tangibile e di una intangibile. Quest’ultima viene<br />

oggi catturata e conservata in formato digitale e può comprendere<br />

anche un surrogato digitale <strong>del</strong>l’oggetto, realizzato alla migliore<br />

risoluzione che le tecnologie sono in grado di offrire. Tutto viene<br />

fatto con la piena consapevolezza che ogni collezione di dimensioni<br />

medie dovrà essere “digitalizzata” non una volta sola, ma ripetutamente,<br />

perché i musei non potranno mai imbrigliare una<br />

tecnologia che si evolve più velocemente di loro. E c’è anche il<br />

problema opposto. Introdurrò qui un termine raramente presente<br />

nel dib<strong>atti</strong>to: quando si ha a che fare con beni culturali che nascono<br />

in forma digitale, si deve creare un “surrogato materiale” degli<br />

oggetti, affinché essi possano essere traghettati in modo sicuro verso<br />

il futuro.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!