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atti del Convegno internazionale, Firenze, 16-17 ... - ICCU - Sbn

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70<br />

Ab<strong>del</strong>aziz Abid<br />

- durante gli anni ‘90: avvento <strong>del</strong>la televisione e <strong>del</strong>la radio digitale<br />

via satellite;<br />

- nella svolta <strong>del</strong> nuovo millennio: interconnessione generalizzata<br />

<strong>del</strong>le reti e fulmineo sviluppo di Internet, soprattutto <strong>del</strong>le applicazioni<br />

web e di posta.<br />

UN CAMBIAMENTO DI PARADIGMA<br />

Prima <strong>del</strong>lo sviluppo di Internet era ancora possibile aspettare il<br />

momento giusto. Si poteva ancora pensare di poter conservare questi<br />

sconcertanti supporti in una forma più tradizionale. Anche se la<br />

tecnologia digitale si diffondeva rapidamente in tutte le sfere <strong>del</strong>la<br />

creazione intellettuale e <strong>del</strong>la scienza, la si poteva ancora aggirare: il<br />

virtuale non era spesso altro che uno stadio ulteriore di un processo<br />

circolare che andava dal reale al reale. Persino i primi mondi virtuali,<br />

le prime produzioni 3D, venivano ultimati su pellicola o videocassetta<br />

perché fossero accessibili al pubblico.<br />

Con Internet la questiona è chiara: ci avviciniamo al momento in<br />

cui non sarà più possibile uscire da questi spazi virtuali per poterli<br />

utilizzare. Ci capita ancora spesso di stampare i nostri documenti su<br />

carta, perché preferiamo leggere su carta, ma per quanto tempo ancora?<br />

Internet acuisce le problematiche <strong>del</strong> mondo e <strong>del</strong> patrimonio<br />

digitale. Ci obbliga a rimettere in discussione ogni certezza acquisita<br />

sul significato stesso <strong>del</strong> verbo “conservare”, un significato che abbiamo<br />

ereditato fin dai primordi <strong>del</strong>le età <strong>del</strong> passato, quando gli esseri<br />

umani impressero per la prima volta la conoscenza su oggetti<br />

che sarebbero durati più a lungo di loro, così che la memoria potesse<br />

attraversare le generazioni e giungere fino a noi.<br />

Questi uomini primitivi avrebbero ritenuto i file informatici il<br />

peggiore dei materiali possibili per conservare le memorie: i supporti<br />

per l’archiviazione elettronica sono di c<strong>atti</strong>va qualità, progettati per<br />

la distribuzione di massa, non per la conservazione. Una macchina<br />

ne fa fuori un’altra per alimentare i cicli di consumo, i formati dei<br />

file cambiano, ogni nuova versione di un software è ostaggio di<br />

un’aspra competizione. Da qui a qualche decennio, avremo visto più<br />

standard per i caratteri alfabetici di quanti ne abbiamo visti dall’invenzione<br />

<strong>del</strong>la lavorazione <strong>del</strong>la pietra a oggi.<br />

Se chi ne è responsabile non darà presto prova di una reale volontà<br />

politica, prendendo misure adeguate alla portata <strong>del</strong> problema,<br />

corriamo seriamente il rischio che l’intera società <strong>del</strong>l’informazione

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