atti del Convegno internazionale, Firenze, 16-17 ... - ICCU - Sbn
atti del Convegno internazionale, Firenze, 16-17 ... - ICCU - Sbn
atti del Convegno internazionale, Firenze, 16-17 ... - ICCU - Sbn
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
300<br />
Costis Dallas<br />
come questi “pubblici critici” (consumatori, giornalisti, investitori,<br />
partners e impiegati) interpretano e concettualizzano gli oggetti<br />
culturali, secondo il capitale culturale, gli interessi e i bisogni specifici<br />
che li contraddistinguono in quanto pubblico.<br />
Inutile dire, quindi, quanto mi stia a cuore capire quali strumenti<br />
è bene mettere in campo per creare un’infrastruttura dedicata alle<br />
collezioni digitali, capace di offrire vantaggi reali tanto al mondo<br />
accademico quanto alla cittadinanza nel suo complesso.<br />
Il primo punto che vorrei sollevare riguarda la definizione stessa<br />
<strong>del</strong>l’oggetto <strong>del</strong>la conservazione digitale. Alcune pratiche culturali<br />
si basano ormai a tutti gli effetti sulle tecnologie digitali (siti web,<br />
web blog, Internet art, letteratura in ipertesto, interazioni multimediali,<br />
posta elettronica, comunità virtuali, ecc.). Si tratta di pratiche<br />
che diverranno via via più rilevanti per il mondo dei beni culturali e<br />
che presentano specifiche problematiche di conservazione digitale,<br />
problematiche che d’altro canto si pongono anche nell’amministrazione<br />
pubblica, nella sanità e nei mercati finanziari, tanto per fare<br />
alcuni esempi. Tuttavia, per il patrimonio culturale europeo il problema<br />
<strong>del</strong>la conservazione digitale è in gran parte circoscrivibile a<br />
un insieme più limitato di oggetti: le tecnologie digitali vengono inf<strong>atti</strong><br />
innanzitutto utilizzate per catturare, conservare e utilizzare<br />
surrogati digitali di oggetti culturali (documenti, risorse, ecc.) esistiti<br />
per secoli in forma materiale, non digitale. La sfida principale che<br />
affrontano oggi i governi europei e le istituzioni che si occupano di<br />
beni culturali è quindi quella di pianificare il trasferimento in forma<br />
digitale dei propri beni culturali e di garantire che le collezioni digitali<br />
così create rispondano a criteri di funzionalità e sostenibilità.<br />
Da questo punto di vista, diffondere la consapevolezza sul problema<br />
<strong>del</strong>la conservazione digitale significa, in qualche modo, mettere<br />
in campo una politica assicurativa, ovvero far sì che i soggetti coinvolti<br />
assumano l’obiettivo che i sistemi, i metodi e le pratiche che<br />
verranno adottati in questo campo siano assicurati contro i rischi<br />
<strong>del</strong>l’obsolescenza digitale.<br />
Per la digitalizzazione, lo strumento più importante e per il quale<br />
sarà fondamentale elaborare chiare politiche di conservazione<br />
digitale, è costituito dai sistemi informatici per l’archiviazione, la<br />
gestione e l’utilizzo <strong>del</strong>le collezioni digitali. Bisogna notare che,<br />
tanto al livello dei singoli Paesi quanto <strong>del</strong>l’Unione, non si è molto<br />
<strong>atti</strong>vi soltanto sul fronte <strong>del</strong>le iniziative di digitalizzazione, ma che<br />
le biblioteche, gli archivi e i musei fanno sempre più affidamento<br />
sui sistemi informatici per le <strong>atti</strong>vità di documentazione dei beni