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atti del Convegno internazionale, Firenze, 16-17 ... - ICCU - Sbn

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280<br />

Vincenzo Fortunato<br />

l’informatica e in particolare la computer graphics sono state usate per<br />

rendere più facile l’accesso alle risorse culturali sia in loco che a distanza.<br />

Esistono però molte altre tecnologie che non sono ancora<br />

utilizzate o che sono sotto-utilizzate nella catalogazione e tutela dei<br />

beni culturali. (…) Nuove tecnologie di interazione uomo-macchina<br />

rendono possibile l’offerta ai visitatori di strumenti dinamici ed<br />

immersivi per la fruizione <strong>del</strong>le esposizioni, o la ricostruzione dei<br />

contesti in cui i reperti presentati erano originariamente inseriti. In<br />

questa direzione vanno le realizzazioni di progetti europei come<br />

Archeoguide che, attraverso un casco con monitor incorporato<br />

(Hmd), un auricolare e un computer mobile, permettono al visitatore<br />

di avere accesso alla ricostruzione virtuale <strong>del</strong> sito in esame.<br />

Un notevole spazio occupano anche le applicazioni <strong>del</strong>la realtà virtuale,<br />

per la possibilità offerta di visualizzare il passato in modi non<br />

ricostruibili con le tecnologie tradizionali. Queste visualizzazioni,<br />

inf<strong>atti</strong>, permettono ai visitatori di “muoversi” attraverso l’ambiente<br />

e di osservarlo da vari punti di vista. Tali applicazioni con lo sviluppo<br />

<strong>del</strong>le reti a banda larga possono essere disponibili anche a<br />

distanza. Un’interessante applicazione si può trovare nel progetto<br />

<strong>del</strong>la Cappella degli Scrovegni a Padova, realizzato dal Consiglio<br />

nazionale <strong>del</strong>le ricerche. L’eredità culturale e scientifica <strong>del</strong> nostro<br />

Paese è una risorsa di grande valore che per secoli è stata lo strumento<br />

<strong>del</strong>lo sviluppo sociale ed economico <strong>del</strong>le nostre comunità.<br />

La digitalizzazione è un primo passo essenziale per generare quel<br />

‘nuovo contenuto’ che caratterizzerà l’Italia digitale ed è un’<strong>atti</strong>vità<br />

vitale per preservare l’eredità e la diversità culturale <strong>del</strong>le regioni<br />

italiane, permettendone l’accesso a tutti i cittadini. (…) La valorizzazione<br />

<strong>del</strong> patrimonio culturale attraverso la digitalizzazione offre<br />

certamente grandi opportunità di sviluppo economico, per esempio<br />

nel turismo 2 ; la promozione <strong>del</strong>la ricerca scientifica e la formazione,<br />

la creazione e manutenzione degli archivi digitali richiedono<br />

investimenti ingenti e si pone inoltre il problema <strong>del</strong>la protezione<br />

dei diritti di autore”.<br />

I temi <strong>del</strong>lo sviluppo di servizi a banda larga, <strong>del</strong> loro carattere<br />

multimediale e inter<strong>atti</strong>vo, <strong>del</strong>la collaborazione tra gli operatori privati<br />

e il settore pubblico centrale e locale, saranno al centro <strong>del</strong><br />

Consiglio europeo sulla telecomunicazione e sulla società <strong>del</strong>l’informazione<br />

(Bruxelles, 20 novembre 2003). Ma ci sono anche altre<br />

2 Il valore <strong>del</strong> patrimonio culturale come prodotto di “consumo per il turismo” può<br />

essere stimato in Europa in circa 335 miliardi di euro l’anno. Cfr T. NYPAN, The<br />

Cultural Heritage Market and Built Heritage Maintenance Management, Cebit 2003.

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