atti del Convegno internazionale, Firenze, 16-17 ... - ICCU - Sbn
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Vincenzo Fortunato<br />
l’informatica e in particolare la computer graphics sono state usate per<br />
rendere più facile l’accesso alle risorse culturali sia in loco che a distanza.<br />
Esistono però molte altre tecnologie che non sono ancora<br />
utilizzate o che sono sotto-utilizzate nella catalogazione e tutela dei<br />
beni culturali. (…) Nuove tecnologie di interazione uomo-macchina<br />
rendono possibile l’offerta ai visitatori di strumenti dinamici ed<br />
immersivi per la fruizione <strong>del</strong>le esposizioni, o la ricostruzione dei<br />
contesti in cui i reperti presentati erano originariamente inseriti. In<br />
questa direzione vanno le realizzazioni di progetti europei come<br />
Archeoguide che, attraverso un casco con monitor incorporato<br />
(Hmd), un auricolare e un computer mobile, permettono al visitatore<br />
di avere accesso alla ricostruzione virtuale <strong>del</strong> sito in esame.<br />
Un notevole spazio occupano anche le applicazioni <strong>del</strong>la realtà virtuale,<br />
per la possibilità offerta di visualizzare il passato in modi non<br />
ricostruibili con le tecnologie tradizionali. Queste visualizzazioni,<br />
inf<strong>atti</strong>, permettono ai visitatori di “muoversi” attraverso l’ambiente<br />
e di osservarlo da vari punti di vista. Tali applicazioni con lo sviluppo<br />
<strong>del</strong>le reti a banda larga possono essere disponibili anche a<br />
distanza. Un’interessante applicazione si può trovare nel progetto<br />
<strong>del</strong>la Cappella degli Scrovegni a Padova, realizzato dal Consiglio<br />
nazionale <strong>del</strong>le ricerche. L’eredità culturale e scientifica <strong>del</strong> nostro<br />
Paese è una risorsa di grande valore che per secoli è stata lo strumento<br />
<strong>del</strong>lo sviluppo sociale ed economico <strong>del</strong>le nostre comunità.<br />
La digitalizzazione è un primo passo essenziale per generare quel<br />
‘nuovo contenuto’ che caratterizzerà l’Italia digitale ed è un’<strong>atti</strong>vità<br />
vitale per preservare l’eredità e la diversità culturale <strong>del</strong>le regioni<br />
italiane, permettendone l’accesso a tutti i cittadini. (…) La valorizzazione<br />
<strong>del</strong> patrimonio culturale attraverso la digitalizzazione offre<br />
certamente grandi opportunità di sviluppo economico, per esempio<br />
nel turismo 2 ; la promozione <strong>del</strong>la ricerca scientifica e la formazione,<br />
la creazione e manutenzione degli archivi digitali richiedono<br />
investimenti ingenti e si pone inoltre il problema <strong>del</strong>la protezione<br />
dei diritti di autore”.<br />
I temi <strong>del</strong>lo sviluppo di servizi a banda larga, <strong>del</strong> loro carattere<br />
multimediale e inter<strong>atti</strong>vo, <strong>del</strong>la collaborazione tra gli operatori privati<br />
e il settore pubblico centrale e locale, saranno al centro <strong>del</strong><br />
Consiglio europeo sulla telecomunicazione e sulla società <strong>del</strong>l’informazione<br />
(Bruxelles, 20 novembre 2003). Ma ci sono anche altre<br />
2 Il valore <strong>del</strong> patrimonio culturale come prodotto di “consumo per il turismo” può<br />
essere stimato in Europa in circa 335 miliardi di euro l’anno. Cfr T. NYPAN, The<br />
Cultural Heritage Market and Built Heritage Maintenance Management, Cebit 2003.