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atti del Convegno internazionale, Firenze, 16-17 ... - ICCU - Sbn

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Conservare le memorie digitali: politiche e normative 155<br />

nizzato a Kerkira proprio sul tema <strong>del</strong> webarchiving nel maggio 2003.<br />

I CONTENUTI DEL DOSSIER: POLICY E LINEE D’AZIONE INTERNE<br />

ALLE ISTITUZIONI DI CONSERVAZIONE<br />

Il secondo ambito di analisi che abbiamo cercato di approfondire<br />

nel dossier, quello relativo alla definizione di un sistema di policy<br />

e linee d’azione interne alle istituzioni di conservazione mostra altri<br />

elementi di criticità. Innanzi tutto, l’esistenza e la struttura di un<br />

sistema di regole e mo<strong>del</strong>li procedurali per la gestione di depositi<br />

digitali non sono spesso neppure percepiti come un terreno di regolamentazione<br />

possibile, anche se - come emerge dalla nostra indagine<br />

conoscitiva - numerosi Paesi, quanto meno nei settori oggetto<br />

di maggior controllo, come nel caso <strong>del</strong> patrimonio documentario<br />

pubblico, già dispongono di regolamenti nazionali che<br />

prefigurano l’obbligo a livello nazionale o locale di approvare policy<br />

interne per la gestione di repository documentari digitali. La Svezia e<br />

l’Italia in particolare - solo per ricordare casi ben documentati nel<br />

rapporto - hanno approvato negli ultimi anni specifici provvedimenti<br />

in tal senso, almeno con riferimento al settore archivistico,<br />

identificando a livello normativo <strong>del</strong>le vere e proprie linee guida da<br />

seguire per la definizione di procedure documentarie interne considerate<br />

obbligatorie in ambiente digitale, sempre più attente<br />

all’utilizzo di standard e di principi finalizzati alle esigenze <strong>del</strong>la<br />

conservazione a lungo termine.<br />

Più ancora che nel campo strettamente normativo, le difficoltà<br />

sono determinate anche dalla novità <strong>del</strong>lo strumento, oltre che dalla<br />

necessità di garantirne un alto livello di flessibilità in grado di rispettare<br />

le peculiarità di ciascun settore e la natura <strong>del</strong> patrimonio<br />

trattato. L’abitudine e la propensione a darsi <strong>del</strong>le procedure scritte,<br />

ovvero formali e pubbliche e a riconoscere responsabilità tecniche<br />

definite in questo ambito mancano <strong>del</strong> tutto nelle pratiche tradizionali<br />

europee - con qualche eccezione per il mondo anglosassone,<br />

che a sua volta, peraltro, non dispone in genere di normative<br />

specifiche, ma tutt’al più di un quadro dispositivo assai generale. Il<br />

rapporto dimostra che le normative specifiche sono molto scarse,<br />

anche in riferimento al presente, soprattutto se si considerano i<br />

produttori di risorse (pubbliche amministrazioni e imprese in relazione<br />

ai loro archivi digitali, editori e centri di documentazione<br />

scientifica nel caso di pubblicazioni elettroniche, ecc.), come <strong>del</strong><br />

resto dimostrano gli stessi dati di questo studio che pur ha raccolto

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