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atti del Convegno internazionale, Firenze, 16-17 ... - ICCU - Sbn

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<strong>16</strong><br />

Bernard Smith<br />

cazioni web innovative e di grande richiamo. Egli ha concluso la sua<br />

relazione <strong>del</strong>ineando quella che ritiene essere la sfida principale:<br />

creare “una zona di fiducia, dove le <strong>atti</strong>vità di chi gestisce il patrimonio<br />

trovino visibilità e dove gli utenti possano verificare facilmente<br />

provenienza e autenticità <strong>del</strong> materiale messo a disposizione”.<br />

ABDELAZIZ ABID, <strong>del</strong>l’Unesco, ha chiuso la prima sessione illustrando<br />

la risoluzione <strong>del</strong>la Conferenza generale <strong>del</strong>l’Unesco, sulla<br />

necessità di intraprendere una campagna <strong>internazionale</strong> per la tutela<br />

<strong>del</strong>le memorie digitali a rischio. Un insieme di linee guida promosse<br />

dall’Unesco individua alcuni principi chiave e offre una griglia<br />

di riferimento utile ai diversi progetti nella definizione dei problemi<br />

aperti e <strong>del</strong>le risposte possibili. Uno dei punti salienti <strong>del</strong>l’intervento<br />

di Abid è forse quello che insiste sull’importanza assegnata<br />

al “patrimonio scientifico”, all’esigenza di assicurare la salvaguardia<br />

complessiva dei dati e risultati scientifici, <strong>del</strong> capitale di conoscenza<br />

a essi collegato. Il patrimonio scientifico è inf<strong>atti</strong> una risorsa<br />

essenziale per il mondo <strong>del</strong>la formazione, oltre a essere la<br />

chiave di volta verso nuove scoperte.<br />

Ma è giunto il momento di rassicurare il lettore circa le mie intenzioni,<br />

che non sono certo quelle di riassumere ogni singolo intervento<br />

<strong>del</strong> convegno. Tutti i contributi mettono inf<strong>atti</strong> in luce<br />

particolari davvero interessanti e offrono diversi spunti di riflessione,<br />

tutti meritano di essere letti con la dovuta attenzione, perché se<br />

ne possa afferrare a pieno il senso e il significato. Mi preme, tuttavia,<br />

segnalare che le nostre istituzioni culturali tradizionali si sono<br />

dimostrate pronte ad affrontare la sfida <strong>del</strong>la conservazione digitale<br />

di lungo periodo. Qualcuno potrebbe controbattere che è vero il<br />

contrario e le istituzioni in questione devono impegnarsi più fondo<br />

su questo versante, che hanno ancora molta strada da fare. Io preferisco<br />

guardare ai segnali positivi che è possibile carpire. Il numero<br />

dei progetti avviati in materia di conservazione digitale di lungo<br />

periodo è in crescita, sono tutti progetti di alto livello, condotti da<br />

specialisti <strong>del</strong> settore altamente motivati. Come vedremo in seguito,<br />

alcune istituzioni tra le più autorevoli e alcuni consorzi stanno<br />

lavorando a pieno ritmo allo sviluppo di linee guida, strumenti e<br />

servizi. E tutte le organizzazioni professionali internazionali riconoscono<br />

ormai pienamente l’esistenza <strong>del</strong> problema e sono impegnate<br />

nell’elaborazione di strategie di lungo periodo per affrontare<br />

la sfida <strong>del</strong>la conservazione <strong>del</strong>le memorie digitali.

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