atti del Convegno internazionale, Firenze, 16-17 ... - ICCU - Sbn
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Cristina Magliano<br />
lettroniche corrispondenti alla descrizione fornita.<br />
Il primo e più diffuso standard di metadati è stato quello sviluppato<br />
da una Task force di utilizzatori, il Dublin Core Metadata<br />
Element Set (Dcmes). Ricordiamo che Dcmes stabilisce un vocabolario<br />
semantico per descrivere informazioni sulle caratteristiche<br />
core di un oggetto web e categorizzarlo ai fini di una ricerca semplificata<br />
da parte <strong>del</strong>l’utente. Fin dall’inizio però la comunità <strong>del</strong> Dc<br />
ritenne utile il suo utilizzo nell’ambito sia <strong>del</strong>l’oggetto digitale che<br />
di quello su supporto tradizionale.<br />
In questi ultimi tempi inf<strong>atti</strong> l’estensione e lo sviluppo di alcuni<br />
metadati ha consentito la loro applicabilità non solo alle risorse elettroniche<br />
o digitali ma anche alla descrizione di un qualsiasi tipo<br />
di risorsa, quale ad esempio oggetti di un museo, di una biblioteca,<br />
di un archivio, ecc. In alcune situazioni specifiche la risorsa può<br />
essere una collezione di oggetti, o una parte di essi: fra le tipologie<br />
degli elementi vi possono essere immagini, suoni, servizi, eventi,<br />
collezioni, testi, etc. Il metadato può descrivere il mo<strong>del</strong>lo di un<br />
processo o di un evento, persone e ruoli. La comunità ha sviluppato<br />
anche un profilo per le biblioteche, ha introdotto il concetto di<br />
un insieme di elementi da vari schemi di metadati di altri ambiti,<br />
compresi i formati bibliografici e quelli utilizzati dai produttori,<br />
ecc., con una dichiarazione <strong>del</strong>l’ambito di applicabilità, in questo<br />
caso le biblioteche. Lo scopo è di facilitare la descrizione e lo<br />
scambio dei formati da vari sistemi ed anche di acquisire i formati<br />
bibliografici da altre comunità non bibliotecarie attraverso la loro<br />
conversione con lo schema Dc.<br />
Nell’ambito <strong>del</strong>la digital preservation, alcune esperienze di studio e<br />
iniziative hanno discusso i compiti fondamentali associati anche<br />
all’utilizzo di metadati per supportare la conservazione a lungo<br />
termine <strong>del</strong>le risorse. In particolare nel 2001-2002, nell’ambito <strong>del</strong>la<br />
Comunità Oclc (Online Computer Libraries Center - Office of<br />
Research) e Rlg (Research Libraries Group) si è costituito un<br />
gruppo di studio <strong>internazionale</strong> di esperti, rappresentativi di una<br />
varietà di istituzioni e iniziative, per considerare e definire i metadati<br />
per la preservation ed esaminare lo stato <strong>del</strong>l’arte su tale utilizzo.<br />
Sono stati pubblicati due studi: Preservation Metadata for Digital Objects:<br />
A Review of the State of the Art (gennaio 2001) e Preservation metadata<br />
and the OAIS Information Mo<strong>del</strong>: a Metadata Framework to Support<br />
the Preservation of Digital Objects (giugno 2002), che ha sviluppato<br />
sia un mo<strong>del</strong>lo concettuale che un sistema di informazioni.<br />
Il mo<strong>del</strong>lo Oais (Open Archive Information System) intende