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atti del Convegno internazionale, Firenze, 16-17 ... - ICCU - Sbn

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186<br />

Cristina Magliano<br />

lettroniche corrispondenti alla descrizione fornita.<br />

Il primo e più diffuso standard di metadati è stato quello sviluppato<br />

da una Task force di utilizzatori, il Dublin Core Metadata<br />

Element Set (Dcmes). Ricordiamo che Dcmes stabilisce un vocabolario<br />

semantico per descrivere informazioni sulle caratteristiche<br />

core di un oggetto web e categorizzarlo ai fini di una ricerca semplificata<br />

da parte <strong>del</strong>l’utente. Fin dall’inizio però la comunità <strong>del</strong> Dc<br />

ritenne utile il suo utilizzo nell’ambito sia <strong>del</strong>l’oggetto digitale che<br />

di quello su supporto tradizionale.<br />

In questi ultimi tempi inf<strong>atti</strong> l’estensione e lo sviluppo di alcuni<br />

metadati ha consentito la loro applicabilità non solo alle risorse elettroniche<br />

o digitali ma anche alla descrizione di un qualsiasi tipo<br />

di risorsa, quale ad esempio oggetti di un museo, di una biblioteca,<br />

di un archivio, ecc. In alcune situazioni specifiche la risorsa può<br />

essere una collezione di oggetti, o una parte di essi: fra le tipologie<br />

degli elementi vi possono essere immagini, suoni, servizi, eventi,<br />

collezioni, testi, etc. Il metadato può descrivere il mo<strong>del</strong>lo di un<br />

processo o di un evento, persone e ruoli. La comunità ha sviluppato<br />

anche un profilo per le biblioteche, ha introdotto il concetto di<br />

un insieme di elementi da vari schemi di metadati di altri ambiti,<br />

compresi i formati bibliografici e quelli utilizzati dai produttori,<br />

ecc., con una dichiarazione <strong>del</strong>l’ambito di applicabilità, in questo<br />

caso le biblioteche. Lo scopo è di facilitare la descrizione e lo<br />

scambio dei formati da vari sistemi ed anche di acquisire i formati<br />

bibliografici da altre comunità non bibliotecarie attraverso la loro<br />

conversione con lo schema Dc.<br />

Nell’ambito <strong>del</strong>la digital preservation, alcune esperienze di studio e<br />

iniziative hanno discusso i compiti fondamentali associati anche<br />

all’utilizzo di metadati per supportare la conservazione a lungo<br />

termine <strong>del</strong>le risorse. In particolare nel 2001-2002, nell’ambito <strong>del</strong>la<br />

Comunità Oclc (Online Computer Libraries Center - Office of<br />

Research) e Rlg (Research Libraries Group) si è costituito un<br />

gruppo di studio <strong>internazionale</strong> di esperti, rappresentativi di una<br />

varietà di istituzioni e iniziative, per considerare e definire i metadati<br />

per la preservation ed esaminare lo stato <strong>del</strong>l’arte su tale utilizzo.<br />

Sono stati pubblicati due studi: Preservation Metadata for Digital Objects:<br />

A Review of the State of the Art (gennaio 2001) e Preservation metadata<br />

and the OAIS Information Mo<strong>del</strong>: a Metadata Framework to Support<br />

the Preservation of Digital Objects (giugno 2002), che ha sviluppato<br />

sia un mo<strong>del</strong>lo concettuale che un sistema di informazioni.<br />

Il mo<strong>del</strong>lo Oais (Open Archive Information System) intende

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