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Documento - Scuola Superiore di Studi Storici, Geografici ...

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ANTONIO ROTONDÒ<br />

stimonia unanimità è la ra<strong>di</strong>cale condanna delle istituzioni ecclesiastiche.<br />

Su questo punto, il presupposto della propaganda <strong>di</strong> Baldassarre era, evidentemente,<br />

quello che gli anabattisti italiani avevano posto, secondo il<br />

Manelfi, tra i punti qualificanti della loro dottrina: «Tenere la Chiesa romana<br />

essere <strong>di</strong>abolica et antecristiana». 230 In sede processuale, l’affermazione<br />

sarebbe stata gravissima; e Baldassarre e i suoi amici <strong>di</strong>ssimularono:<br />

<strong>di</strong>ssero che negavano «l’authorità del papa», genericamente; oppure che<br />

ne rifiutavano l’autorità temporale come usurpazione; e Baldassarre <strong>di</strong>ssimulò<br />

al punto <strong>di</strong> affermare «ch’el papa fosse vescovo <strong>di</strong> San Giovanni<br />

Latherano e non <strong>di</strong> più authorità ch’habbino gli altri episcopi». 231 Ma al <strong>di</strong><br />

là <strong>di</strong> queste <strong>di</strong>ssimulate attenuazioni delle loro convinzioni, il vero pensiero<br />

<strong>di</strong> Baldassarre e dei suoi amici sulle strutture ecclesiastiche e su tutto<br />

ciò che essi respingevano come «constitutioni humane», 232 non resta inattingibile.<br />

Lo lasciarono intravedere quando dovettero rispondere all’inquisitore<br />

sulla questione centrale d’ogni proce<strong>di</strong>mento inquisitorio: quali<br />

fossero i mezzi della salvezza. Marco Magnavacca <strong>di</strong>chiarò che era convinzione<br />

comune a tutti la certezza della grazia impetrata <strong>di</strong>rettamente da<br />

Dio, e perciò la certezza della salvezza («certus eras te habere gratiam Dei<br />

et gloriam consequuturum»). 233 La presenza preminente <strong>di</strong> Baldassarre farebbe<br />

pensare alla formulazione che <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>latabilissimo tema teologico<br />

era stata data nel sinodo anabattistico <strong>di</strong> Venezia del settembre del<br />

ma soggiongeva: Questo ‘ma’ vuole <strong>di</strong>re <strong>di</strong> gran cose’’». Ad altra domanda il Magnavacca risponde<br />

con incertezza: «Non solo io, ma anco gli altri [mostravamo] <strong>di</strong> credere contro li<br />

detti articoli [...] Potrebbe però ancor essere che qualcheduno delli predetti miei compagni<br />

non credesse così tutti li predetti articoli et gl’altri non nominati, ma hereticali però, et io<br />

ero uno <strong>di</strong> quelli che non credeno tutto quello che persuadeva il detto Baldassara».<br />

230 CARLO GINZBURG, I costituti cit., p. 33.<br />

231 Processo Magnavacca, costituto del 17 <strong>di</strong>cembre 1566; sentenza modenese del l o febbraio<br />

1567; estratto dell’interrogatorio <strong>di</strong> Baldassarre del 1 o settembre 1566. Nell’interrogatorio<br />

<strong>di</strong> Bernar<strong>di</strong>no Rasola, dello stesso giorno: «Dissero anchora che il papa non haveva authorità<br />

alcuna et che le sue cose valevano niente et che faceva per cavare denari».<br />

232 Ibid., costituto del 17 <strong>di</strong>cembre 1566.<br />

233 La proposizione è nella sentenza modenese del Magnavacca già citata (cfr. sopra, nota<br />

231). L’abiura bolognese (cfr. ibid.): «Item iuro me credere corde et profiteor ore quod<br />

homo absque speciali Dei revelatione non potest esse certus se habere gratiam Dei et debere<br />

salvari. Et consequenter abiuro, revoco, detestor et abnego illam haeresim qua <strong>di</strong>xi me esse<br />

certum habere gratiam Dei et gloriam consequuturum». Nella versione <strong>di</strong> Baldassarre, secondo<br />

l’estratto del suo interrogatorio del 1 o settembre 1566: «Del libero arbitrio io tenevo<br />

questo, che noi non potevamo cosa alcuna senza la gratia d’Id<strong>di</strong>o; ma, aiutati dalla gratía<br />

d’Id<strong>di</strong>o, eramo poi liberi ad ogni cosa, et tutti <strong>di</strong>cevamo et tenevamo che, quando Dio dona<br />

la gratia ad alcuno, l’homo è sforzato ad accettarla et non gli può fare resistenza».<br />

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