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Documento - Scuola Superiore di Studi Storici, Geografici ...

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ANTONIO ROTONDÒ<br />

sua funzione <strong>di</strong> designare univocamente la Chiesa romana. Con vari ritocchi,<br />

ma soprattutto con una vistosa aggiunta <strong>di</strong> cui tra breve vedremo il significato,<br />

il libello fu riprodotto nel 1569 nel secondo dei due libri <strong>di</strong><br />

un’opera sulla contrapposizione tra Cristo e Anticristo pubblicata anonimamente<br />

ad Alba Iulia probabilmente da Giorgio Biandrata e Ferenc Dávid.<br />

400 L’opera è uno dei molti prodotti dell’intensa attività <strong>di</strong> propaganda<br />

svolta, durante e dopo il breve regno del sovrano ungherese Giovanni II<br />

Sigismondo Szápolyai, dal noto drappello <strong>di</strong> antitrinitari che da varie parti<br />

d’Europa le persecuzioni avevano spinto a rifugiarsi in Transilvania.<br />

Era un’attività che traeva impulso principalmente da due presupposti. In<br />

primo luogo, dalla convinzione che dappertutto vi fossero buoni Gamalieli,<br />

uomini giusti e pii costretti a <strong>di</strong>ssimulare, ma che avrebbero professato<br />

più che apertamente («longe apertius») le loro idee, solo che avessero<br />

avuto chi li <strong>di</strong>fendesse dalla persecuzione («Quid tot Gamalieles et Nicodemitae<br />

qui nunc vivunt innumeri?»). 401 La <strong>di</strong>mensione veramente europea<br />

<strong>di</strong> questa propaganda <strong>di</strong>pese da questa convinzione. Svolta soprattutto<br />

in collegamento e in collaborazione con correligionari polacchi, essa si<br />

avvalse anche <strong>di</strong> una rete consistente <strong>di</strong> relazioni personali con quanti vivevano<br />

nelle nuove chiese <strong>di</strong>ssimulando. E a Wittenberg, a Zurigo, a<br />

Ginevra, la sua aggressività e la sua efficacia furono giu<strong>di</strong>cate un pericolo<br />

reale nelle cerchie teologiche che ne ricevevano informazioni. 402 Il secon-<br />

400 De regno Christi liber primus. De regno Antichristi liber secundus. Accessit tractatus de Paedobaptismo<br />

et Circumcisione, Albae Iuliae, Anno Domini 1569, II, pp. EEiir-EE3v: Genealogia<br />

Antichristi filii Diaboli, inventa in Bibliotheca Romana ad partem sinistram ingre<strong>di</strong>enti anno Domini<br />

1513. Il libello è riprodotto, significativamente, prima dei trattati sul battesimo degli infanti<br />

e sulla circoncisione, cioè a conclusione dell’opera vera e propria. Fingere la provenienza <strong>di</strong><br />

libelli e pasquilli da monumenti sacri romani era accorgimento propagan<strong>di</strong>stico frequente.<br />

Come ha <strong>di</strong>mostrato a suo tempo Stanisław Kot (L’influence de Servet sur le mouvement antitrinitarien<br />

en Pologne et en Transylvanie, in Autour de Michel Servet cit., pp. 99-103), gran parte<br />

dell’opera è una ricucitura <strong>di</strong> ampie parti della Christianismi restitutio <strong>di</strong> Serveto. Faccio uso<br />

dell’esemplare della Herzog August Bibliothek <strong>di</strong> Wolfenbüttel.<br />

401 De falsa et vera unius Dei patris, filii et spiritus sancti cognitione libri duo. Authoribus ministris<br />

Ecclesiarum consentientium in Sarmatia et Transylvania, Albae Iuliae [Raphael Hoffhalter,<br />

1568], p. Eiiv. L’ampia introduzione <strong>di</strong> Antal Pirnát alla recente ristampa anastatica<br />

(Utrecht, Bibliotheca Antitrinitariorum 1988) è un utilissimo compen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> tutte le questioni<br />

che gli stu<strong>di</strong>osi hanno posto su quest’opera (il sommario a pp. LXXIV-LXXVI riflette lo stato<br />

delle ricerche sugli anonimi autori delle singole parti).<br />

402 La fonte più importante sui riflessi dell’attività, molto spesso clandestina, <strong>di</strong> quel manipolo<br />

<strong>di</strong> eretici nelle preoccupazioni delle nuove chiese oggi è costituita dai volumi VI-X<br />

della Correspondance de Théodore de Bèze (Genève, Droz, 1970-1980), i cui curatori (Henri<br />

Meylan, Alain Dufour, Alexandre de Henséler, Claire Chimelli, Mario Turchetti, Béatrice<br />

Nicollier) non hanno risparmiato fatiche per chiarire particolari, sia pure minimi, anche del-<br />

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